Programma


Conferenza GARR 2016

Programma

La Conferenza si terrà nell'Aula Convegni - Edificio D6

Mercoledì 30 Novembre
10:00 - 12:30

SEMINARIO
Sicurezza e privacy dal punto di vista legale
Avvocato ALESSANDRO NICOTRA

  

Laureato in giurisprudenza ed avvocato in Milano. Studioso ed appassionato di modelli collaborativi, nuove tecnologie ed Internet Governance: ha presenziato nel novembre 2005 al primo World Summit on Information Society, a Tunisi, ed al GLOBAL INET nell’aprile 2012 a Ginevra per conto dell’associazione Isoc Italia. Dal 2005 al 2011 ha collaborato con la Cattedra di Informatica Giuridica dell'Università degli Studi di Milano come tutor e cultore della materia. Dal 2006 è consigliere di Società Internet Italia (www.isoc.it). Partecipa ai gruppi di lavoro nell'ambito del Forum della conservazione istituiti dall’Agenzia per l’Italia Digitale. Collabora con diverse pubbliche amministrazioni svolgendo, tra l'altro, attività di consulenza e di formazione.

Sicurezza e privacy dal punto di vista legale

Abstract: affrontare il tema relativo alla sicurezza ed alla privacy, da un punto di vista strettamente giuridico e legale, comporta da una parte il rischio di limitarsi ad elencare una serie infinita di ovvietà, dall’altra di apparire come dei "problem maker", piuttosto che come solutori di problemi. Creare e condividere la conoscenza presuppone l’aver individuato un linguaggio comune attraverso il quale capirsi e collaborare, ma tecnica e diritto sembrano tuttora su piani antitetici ed alieni l’uno all’altro. Sintomatico, al riguardo, è il confronto tra quelli che sono i tempi del diritto e dei suoi interpreti (siano essi legislatori, magistrati od avvocati) rispetto a quelli che sono i tempi dei transistori, fotografati dalla legge di Moore, che raddoppiano in velocità ed in capacità di elaborazione ogni 18 mesi. Prima ancora di affrontare le singole questioni sostanziali, quindi, potrebbe essere utile capire come superare quel disallineamento che si registra quando, da un lato si lavora su identità digitale ed intelligenza artificiale, mentre dall’altro si fatica a distinguere la differenza tra PEC e firma digitale.
Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) il 47% degli italiani non sarebbe capace di usare in modo efficace le proprie competenze di base ovvero lettura, scrittura e calcolo, risultando così “analfabeta funzionale”. Al di là delle statistiche e per quanto riguarda le ormai indispensabili competenze digitali, da più parti è stato evidenziato quanto sia necessaria un’opera di vera alfabetizzazione informatica in Italia. Senza una formazione che aiuti a comprendere realmente non solo gli strumenti ma le loro finalità, i discorsi legati a sicurezza e privacy rimarranno elitari o circoscritti ad Autorità vigilanti ed ai tribunali. Si pensi all’uso (ed agli effetti) di sistemi di autenticazione basati su password tipo 123456 piuttosto che della crittografia, ma si pensi anche alla opportunità di affrontare il tema della sicurezza e della privacy dei dati non solo per quanto concerne il loro trattamento, ma anche il loro concepimento (od origine) e la relativa conservazione. Non è un caso, dunque, che giuristi e tecnologi stiano convergendo verso una autoregolamentazione preventiva o “by design” (si veda ad es. il Regolamento UE 2016/679) ovvero sull’obbligo di affrontare tutte le possibili problematiche in fatto di sicurezza e riservatezza, sin dalle fasi concettuali o strutturali di un progetto/servizio, al fine di prevenirne i rischi e comunque garantire la protezione dei dati personali.

Aula 0.04 Edificio D15
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SEMINARIO

Open Education in Italia, stato e prospettive
ANNA MARIA TAMMARO - Università di Parma
ELEONORA PANTO' - CSP
FABIO NASCIMBENI - Universidad Internacional de la Rioja

  

Anna Maria Tammaro (Italia) è professore del Master Internazionale in "Digital Library Learning (DILL)", master internazionale congiunto  a distanza delle Università di Tallinn e di Parma. Nel 2016 ha realizzato il MOOC “Digital Library in principle and practice” accessibile nella piattaforma EMMA. E’ Presidente di OpenEdition Italia e responsabile scientifico del Comitato Scientifico del Centro Interdipartimentale UNIPR CoLab. E’ membro del Sottogruppo OER del Gruppo CRUI Open Access. Interessi principali nell'insegnamento e nella ricerca sono: Biblioteca digitale, internazionalizzazione della formazione, riconoscimento delle competenze.

E. Pantò lavora al CSP, organismo di ricerca piemontese, dove si occupa di innovazione tecnologica in ambito educativo. Collabora a progetti europei sui temi dell’apprendimento online anche attraverso videogiochi. Direttrice dell’Associazione Dschola e  già Presidente di Media And Learning, ha contribuito all’avvio della sezione italiana di Global Voices Online.

Fabio Nascimbeni, economista e dottore di ricerca in Information and Knowledge Society, è professore associato all’Universidad Internacional de la Rioja (Spagna), fellow del Centro de Estudos sobre Sociedade e Tecnologia dell’Universidade de Sao Paulo (Brasile) e membro del Comitato Esecutivo della rete EDEN – European Distance and eLearning Network. Si occupa di innovazione educativa e Open Education, con oltre 30 progetti di ricerca coordinati tra Europa, America Latina e Asia.

Open Education in Italia: stato dell’arte e proposte per una politica di sistema

I Massive Online Open Courses - meglio noti con l’acronimo MOOC - e le risorse didattiche aperte (Open Educational Resources, di seguito chiamate OER) si inseriscono nell’ambito dell’Open Science e, in particolare, dell’Open Education. La promozione dell’Open Education e - di conseguenza - delle risorse educative aperte (OER) risponde ai bisogni emergenti di apprendimento permanente (formale, informale e non formale) e, contemporaneamente, di innovazione della formazione. I MOOC in quanto sistemi "enhanced" di OER assumono un ruolo particolarmente rilevante nella strategia di Europe2020 a sostegno delle politiche per il lavoro, della formazione e dell’aggiornamento professionale lungo tutto l’arco della vita, ma anche a supporto delle strategie di terza missione messe in campo dall’università e, più in generale, dell’ampliamento delle opportunità di educazione per tutti. In questo articolo, si presenterà brevemente lo stato dell’arte in Italia, alla luce delle più recenti iniziative di Open Education.

Aula 0.05 Edificio D15
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12:30 - 14:00
 Lunch Break presso College House    Vai alla mappa per sapere dove      

sessione 1: introduzione  PRESIEDE: CLAUDIO ALLOCCHIO, GARR

14:00 - 15:45

Saluti e Introduzione ai lavori

MARCO BINDI - Pro-Rettore dell'Università degli Studi di Firenze

FEDERICO RUGGIERI - Direttore Consortium GARR

 

PRESENTAZIONI BREVI

ANDREA BROGNI - Alma Artis Academy
Haptic Illusion as Intangible Add-on

  

Laureato alla facoltà di Ingegneria Elettronica, presso l’Università di Pisa, con una tesi sulla Realtà Virtuale applicata ai Beni Culturali, ho ottenuto il PhD al Centro di Realidad Virtual dell’Universitat Politecnica de Catalunya, a Barcelona. Ho lavorato come ricercatore presso la Scuola Superiore S. Anna, a Pisa, la University College London di Londra, la Universitat Politecnica de Catalunya di Barcellona ed al Dipartimento di Advanced Robotics dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Genova. Ho lavorato presso il gruppo Dreams3D, del laboratorio SMART alla Scuola Normale Superiore di Pisa, facendo ricerca sui sistemi virtuali immersivi applicati alla chimica ed alla biologia sino ai Beni Culturali. Attualmente sono Direttore Scientifico dell'accademia di Belle Arti a Pisa, Alma Artis Academy.

Haptic Illusion as Intangible Add-on

To create a Virtual Reality system in which the user reacts as if he/she were in the real world is the dream for the researchers in the field. To design a graphical interface simple, effective and able to naturally provide to the user emotions and stimuli is the objective for many developers. Many aspects have been studied and implemented, such as 3D vision and audio, and many are under continuous improvement, including haptic feedback to provide a physical aspect to the virtual environment experience. Physical interaction with virtual objects or with the environment itself is a very important requirement. Users typically report this lack of interaction but instinctively they report perceptions, such as temperature, or just the presence of surfaces, even though the information is only visual. This is a process made by the brain, that tries to make the information it is receiving coherent with normal life expectations. Taking realistic reactions of the user as the main value in the assessment of the effectiveness of the systems, we can assume that haptic illusions can be used to provide a better perception of the environment itself

VINCENZO SANSONE - Università degli Studi di Palermo
Le arti performative nel mondo di Internet e dell’Interaction Design: l’avventura tecno-artistica di Konik Thtr di Barcellona

  

Vincenzo Sansone, laureato in Digital Performance presso la Sapienza Università di Roma, è dottorando in Studi Culturali Europei presso l’Università di Palermo e Visiting Scholar presso l’Università Pompeu Fabra di Barcellona e l’Università Politecnica di Valencia con una ricerca sul video projection mapping e le sue relazioni con le arti performative. Il focus della sua ricerca riguarda le seguenti aree: teatro, danza, nuovi media, animazione, tecnologie AR, software culture, urban design. È anche attore e scenografo digitale. Ha preso parte ad alcune conferenze internazionali: “Bodies on Stage” (Parigi 2015), “Presenting the Theatrical Past” (IFTR-Stoccolma 2016), “Open Field” (RIXC-Riga 2016).

Le arti performative nel mondo di Internet e dell’Interaction Design: l’avventura tecno-artistica di Konik Thtr di Barcellona

Che cos’è internet? Che cos’è l’interaction design? Queste sono domande che oggi appaiono abbastanza scontate ma cosa rappresentano e come cambiano internet e interaction design quando si intrecciano alle arti performative, da sempre state legate a uno spazio di condivisione fisico e reale, sia per la relazione tra performer e spettatore, che per i rapporti tra performer e performer e in cui i performer sono sempre stati esseri umani, corpi fatti di carne e di ossa? Attraverso l'analisi di alcune performance del gruppo di Barcellona Konik Thtr si cercherà di tracciare quale sia oggi la relazione tra Internet e tecnologie digitali e arti performative basate sul concetto di liveness.

ALEX BARCHIESI - GARR
Il Ratto d'Europa: teatro alla velocità della luce

  

Alex Barchiesi ama definirsi un “fisico creativo”. PHD in Fisica delle Particelle e ricercatore al CERN nell’ambito dell’esperimento ATLAS, professore associato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e EPFL, il suo lavoro artistico è stato presentato in vari centri di prestigio in Europa tra cui l’IRCAM di Parigi e l’Auditorium Parco della Musica di Roma e ha ricevuto riconoscimenti internazionali. Al momento lavora presso il dipartimento Calcolo e Storage Distribuito del GARR, dove segue tra l’altro la comunità delle arti performative.

Il Ratto d'Europa: teatro alla velocità della luce

La presentazione racconta la collaborazione tra Giorgio Barberio Corsetti e GARR per la realizzazione dello spettacolo “Il Ratto d’Europa” portato in scena al Romaeuropa Festival lo scorso novembre utilizzando tecnologie distrActive (Distributed & Interactive). Lo spettacolo ha sfruttato le tecnologie ottiche di rete per moltiplicare lo spazio scenico e riunificare luoghi distanti in un’unica rappresentazione digitalmente aumentata, mentre gli spettatori vivevano la performance da prospettive diverse nelle due sedi coinvolte. La tecnologia sottostante questo lavoro è una novità assoluta nel campo delle performing art e permette di trasmettere i segnali audio-video direttamente sulla fibra ottica senza utilizzare il livello IP: le sedi erano infatti interconnesse tra loro attraverso un percorso dedicato in cui la fibra è illuminata direttamente, permettendo di raggiungere davvero la velocità della luce, che sulla fibra ottica viaggia a circa 200mila chilometri al secondo.

DONATO MANIELLO - Accademia di Belle Arti di Napoli
Augmented Cityscape: Il caso Glowfestival come valorizzatore del patrimonio culturale del territorio

  

Architetto, Phd in “Materiali e Strutture per l’Architettura” presso l'Università degli Studi di Firenze e Professore di Applicazioni Digitali presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli, dal 2010 è fondatore dello Studio Glowarp (glowarp.com) dedito alla progettazione multimediale e specializzato nelle Nuove Tecnologie per l’Arte (NTA) e alla loro diffusione. Nel 2013 idea e co-cura il GLOWFestival (glowfestival.it) evento dedicato alla realtà aumentata in spazi pubblici indoor-outdoor, realizzato presso la città di Ostuni (Br). L'esperienza maturata negli anni nel campo della realtà aumentata in spazi pubblici e video mapping applicati alle più svariate tipologie di superfici, sia esse indoor che outdoor, ha permesso di focalizzare le proprie ricerche e applicazioni in ambito museale finalizzando gli interventi alla valorizzazione dei beni artistici e culturali attraverso narrazioni digitali che puntino al senso dell'intervento, lasciando alla spettacolarizzazione un ruolo importante ma non centrale nella fruizione. Attualmente lo Studio è coinvolto in diversi progetti di ricerca museale e collaborazioni istituzionali volti alla ibridazione della realtà aumentata in spazi pubblici con altre tecniche comunicative ed anche alla pubblicazione di una linea editoriale dedicata all'apprendimento delle tecniche base e avanzate di video mapping e realtà aumentata per il settore "digital heritage".

Augmented Cityscape: Il caso Glowfestival come valorizzatore del patrimonio culturale del territorio

Le esperienze maturate dallo Studio Glowarp nell'applicazione della realtà aumentata - intesa come video mapping - hanno fornito la possibilità della realizzazione di un Festival interamente dedicato a questa disciplina. Nato nel 2013 e realizzato ogni anno nella città di Ostuni - famosa in tutto il mondo per il suo centro storico dipinto a calce bianca - il GLOWFestival è stato ideato come un progetto quadriennale che ha visto nel luglio del 2016 la sua quarta edizione. GLOWFestival richiama la serie di Festival internazionali dedicati alla luce, evocando un evento interamente dedicato al suo utilizzo come medium artistico al fine della rivalutazione di beni culturali sotto-valorizzati attraverso l’uso di tecnologie digitali. Fondamentale è stato il ruolo del web, che si è rivelato un ottimo spazio di condivisione e diffusione, il che ha permesso l’attivazione di una serie di collaborazioni interdisciplinari, oltre a contribuire allo sviluppo territoriale attraverso l’utilizzo di tecnologie ICT in spazi pubblici. Tale diffusione social ha reso possibile la partecipazione di artisti provenienti da tutto il mondo, che sono confluiti in un ambiente aperto sia alla diffusione di competenze consolidate sia alla formazione di nuovi giovani performer. GLOWFestival è un evento caratterizzato dall’utilizzo della realtà aumentata non solo a livello architetturale indoor ma anche il location outdoor, con la costante di una finalità volta alla valorizzazione di beni culturali misconosciuti. Le scelte strategiche impiegate hanno reso possibile l’avvicinamento di diverse fasce d'età alle potenzialità espressive che il video mapping offre in termini di spettacolarizzazione attraverso la forma dell’edutainment artistico. Si vuole in questa sede procedere a una disamina relativa ai risultati, alle criticità ed alle potenzialità derivanti da tale esperienza quadriennale.

KEYNOTE SPEECH

GIUSEPPE ATTARDI - GARR
The age of talking

  

Giuseppe Attardi è professore di Informatica presso l’Università degli Studi di Pisa. Laureato in Scienze dell’Informazione, partecipò allo sviluppo del primo sistema grafico a finestre del MIT. Ha contribuito alla realizzazione di Arianna, il primo motore di ricerca italiano e ha sviluppato tecniche di analisi linguistica di testi per la ricerca semantica e per la traduzione automatica. Attualmente è coordinatore del dipartimento CSD del GARR.

15:45 - 16:15
 Coffee Break       

sessione 2: modelli innovativi per le competenze del futuro  PRESIEDE: GABRIELLA PAOLINI, GARR

16:15 - 17:45

LUISA CARRACCIUOLO - CNR
SCoPE@Scuola: dai percorsi in-formativi alle esperienze di alternanza Scuola-Lavoro sui temi del supercalcolo

  

Luisa Carracciuolo si laurea in Matematica presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Dal 2001 è dipendente del CNR con la qualifica di ricercatore e presta attualmente servizio presso l'Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali. L'Attività scientifica di Luisa Carracciuolo si colloca nell'ambito del Calcolo ad Alte Prestazioni ed è rivolta alla progettazione e sviluppo di algoritmi, e del “software” relativo, su calcolatori ad architettura avanzata con particolare attenzione alle problematiche connesse all'influenza esercitata dall'ambiente di calcolo. L'Attività tecnologica di Luisa Carracciuolo si colloca nell'ambito della gestione di sistemi di calcolo ad alte prestazioni quali strumenti per il calcolo parallelo e distribuito e le sue applicazioni.

SCoPE@Scuola: dai percorsi in-formativi alle esperienze di alternanza Scuola-Lavoro sui temi del supercalcolo

L'iniziativa SCoPE@Scuola nasce nel 2014 con l'obiettivo principale di stimolare la curiosità degli studenti delle scuole superiori sulle tematiche del supercalcolo quale strumento indispensabile per la soluzione dei problemi-sfida della scienza e della tecnologia. Le tematiche connesse con il supercalcolo coinvolgono, infatti, un ampio spazio di conoscenze e competenze: dalla modellizzazione matematica dei problemi alla progettazione di algoritmi, dall'implementazione del software alla progettazione e gestione di sistemi informatici complessi. Le attività di formazione, descritte nel presente documento e svolte durante il primo anno di attività dell'iniziativa, hanno posto le basi per la realizzazione di percorsi di alternanza Scuola-Lavoro e di progetti Anti-Dispersione.

ANGELO MARIANO - ENEA
Smart School Community: una rete di competenze a servizio di una comunità smart di studenti

  

Dottore di ricerca in fisica teorica, attualmente ricercatore ICT in ENEA, ha iniziato a lavorare come software developer e analista di sistemi, acquisendo gradatamente competenze nel campo delle progettazione informatica, dell'integrazione tra i sistemi ICT, dell'elearning e della formazione blended, del calcolo scientifico ad alte prestazioni, del cloud computing. Referente per il centro di calcolo HPC del centro di ricerche di Brindisi. Recentemente responsabile scientifico per ENEA del progetto PON EDOC@WORK 3.0, che si è proposto la promozione delle tecnologie cloud per le scuole e le università del territorio pugliese. Attualmente si occupa di informatica gestionale, gestione dei processi aziendali e lavoro collaborativo. Appassionato di nuove tecnologie, costantemente alla ricerca di risposte semplici a problemi complessi.

Smart School Community: una rete di competenze a servizio di una comunità smart di studenti

La generazione di una smart community capace di interagire in maniera consapevole con l’ambiente circostante da un punto di vista energetico-ambientale è una delle sfide che guida gran parte delle azioni nel contesto delle smart cities. Le nuove tecnologie, i social media e la possibilità di mettere in rete competenze e conoscenze diversificate è un forte stimolo alla crescita della consapevolezza soprattutto nelle giovani generazioni, nei cosiddetti “nativi digitali”. Il piano complessivo di questo progetto è partito dall’assunzione del ruolo centrale della scuola nel processo di trasformazione di una società civile sostenibile e ha riguardato la sperimentazione di una best practice sperimentale implementabile e replicabile anche a diverse scale, consistente in una serie sistematica di azioni rivolte ad una smart community scolastica sulle problematiche energetico-ambientali dell’edificio scolastico e sulle idee riguardanti la smart city e la sostenibilità delle città. La sperimentazione è stata soprattutto incentrata sull’utilizzo estensivo e pervasivo di una piattaforma online di lavoro collaborativo che è stata realizzata e resa fruibile tramite il centro di ricerche ENEA di Brindisi.

STEFANO LARICCIA - Sapienza Università di Roma
CommonS e CommonSpaces: per una applicazione dei principi CommonS ad un MetaWeb del Digital Heritage italiano

  

CommonS e CommonSpaces: per una applicazione dei principi CommonS ad un MetaWeb del Digital Heritage italiano

Il termine inglese “commons” è stato al centro nell’ultimo trentennio di un’ampia ricerca sviluppata da un punto di vista economico, tecnologico e sociale, ben sintetizzata e argomentata da Jeremy Rifkin nel suo “La società a costo marginale zero” dove si sviluppano le ricerche cha hanno fruttato il Nobel per l’economia ad Elinor Ostrom, “Conoscenza come bene comune”. La teoria dei beni comuni (commons) è stata sviluppata da Rifkin, appoggiandosi a numerosi autori, nella direzione dell’avvento di una società in cui prevarrà, come sta già avvenendo di fatto, il diritto all’accesso rispetto al diritto di proprietà. Si intravede quindi una società post-capitalistica nella quale anche i grandi operatori commerciali, accanto ad un numero sempre crescente di esseri umani, investiranno sempre di più nel diritto di accedere e, quindi, di partecipare alla costruzione della conoscenza piuttosto che al suo semplice possesso equivalente, in fondo, al diritto di escludere (per mezzo dei “recinti” di proprietà) da tale processo gli altri.

RICCARDO IACONELLI - WikiToLearn
Updates from the WikiToLearn project

  

Riccardo is a free software developer since the age of 13 from Milano, Italy. FSFE Fellow and Mozilla Tech Speaker. He has been an advocate of open principles for more than 10 years. He now leads WikiToLearn (wikitolearn.org), an initiative to open and share creative content produced in universities, schools and research centers.

Updates from the WikiToLearn project

WikiToLearn is an open source project, part of KDE, which wants to provide free, collaborative and accessible textbooks to the whole world. Its philosophy can be summarized as: “knowledge only grows if shared”. It provides a platform where learners and teachers can complete, refine and re-assemble lecture notes in order to create textbooks, tailored precisely to their needs so that you can “stand on the shoulders of giants”. The project is promoted and coordinated by a community of people, often experts in their own field, who write, review and organize the content. WikiToLearn is a project made from the KDE community. In December 2016, the project will be just a little more than one year old. It is now leaving its experimental phase, and it is getting ready to be implemented in production on a number of real case scenarios. This year we will see, for the first time, several university courses that will host the collaborative note taking on WikiToLearn. The GARR network has been key to its development, by providing a robust and scalable infrastructure, which we use to test, develop and deploy both software and content to our users. As a member of the WikiToLearn community and Founder of the project, I will share updates about our activities, our community building efforts and the status of the creation of content. We will discuss our program of local “hives”, a project to increase participation from students, that aims to create local groups of contributors that coordinate and plan activities in an autonomous way. We will discuss achieved institutional agreements and other, more formal, plans to further the impact of WikiToLearn. I will also share updates on the technical platform, in particular the new setup of the “Visual Editor”, a piece of software that turns editing rich text in a WYSIWYG experience, the challenges found in implementing it, and the infrastructure required to run it smoothly. I will speak of the new microservices which composes the new infrastructure that we’re deploying, and the services needed for keeping such a diverse community in the same place. After this talk, you will know how, as a professor, you can run a “wiki” course, how to make your educational institution join officially WikiToLearn and how you can help the development of the project in many different situations. You will know how to share already existing material and how to edit new one directly on the platform. You will also know how to get in touch with the existing community, how to start your local hive, and how to connect with other contributors from the rest of the world.

Abstract

LIGHTNING TALK

FRANCESCA MARIA DAGNINO - CNR
The i-Treasures project: Information and Communication Technologies (ICTs) in support of Intangible Cultural Heritage Education (ICH)

  

Francesca Maria Dagnino è assegnista di ricerca all’Istituto Tecnologie Didattiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ITD-CNR). È psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.  I suoi principali interessi di ricerca sono l’apprendimento basato sui giochi, il learning design e l’uso delle tecnologie nella didattica del patrimonio culturale intangibile. Negli ultimi sei anni ha partecipato a progetti di ricerca nazionali ed internazionali su queste tematiche.

Updates from the WikiToLearn project The i-Treasures project: Information and Communication Technologies (ICTs) in support of Intangible Cultural Heritage Education (ICH)

In the last years, ICTs (Information and Communication Technologies) started to be adopted in Cultural Heritage Education (Branchiesi 2006), but if they already plays an important role in the field of Tangible Cultural Heritage (Ott & Pozzi 2011), they are less adopted in ICH education; this is probably due to the nature of these expressions and their typical transmission modality, that usually happens in informal contexts by experts or so-called Living Human Treasures , who own the knowledge and pass it through apprenticeship. In order to widen educational opportunities to different publics (not just apprentices), the i-Treasures project (an Integrated Project co-financed by EU under the ICT theme of the FP7th) wanted to go beyond the current practice by developing “an open and extendable platform providing access to ICH resources enabling knowledge exchange between researchers and contributing to the transmission of rare know-how from Living Human Treasures to apprentices” (Dimitropoulos 2013). Therefore, i –Treasures aims to go beyond the simple ICT-enhanced dissemination and the mere digitization of cultural contents; it, rather, wants to provide new contents and learning opportunities by analyzing and modeling the different ICHs and making this specific knowledge available through innovative tools (game-like applications).
i-Treasures makes an in-depth use of cutting- edge ICT technologies in order to capture the hidden knowledge of experts in a selected number of cultural expressions (10) belonging to the fields of: dancing (Tsamiko, Căluş, Walloon and contemporary dances), singing (Cantu a Tenore, Canto in Paghjella, Byzantine music and Human BeatBox), music composition (contemporary music composition) and craftsmanship (pottery).
The core of i-Treasures lies in the identification of specific patterns (e.g. gestures, audio, affective states, etc.) in ICH performances and in the use of multi-sensor technology (e.g. 2D/3D optical/inertial/ultrasound sensors, microphones, electroencephalograms, etc.) in order to capture the data related to the basic features of these patterns. Besides other research scopes, these data serve as an input for creating 3D models of the performers and use them for teaching and learning purposes (Yilmaz et al. 2015). All the information collected and resources developed in the framework of the project are made available on the platform, which is structured in 4 main areas: Home page; Use cases (this area is mainly oriented to the general public and includes information about the 10 cultural expressions studied); Educational Processes (this area is oriented to learners and includes a set of tools and resources); Repository search.
In the following, we provide a short overview of one of the technology made available for supporting the transmission of the considered cultural expressions: the 3D game-like applications.

ENRICO NARDELLI - Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" e CINI
Una "buona pratica" per la formazione informatica nelle secondarie superiori

  

Enrico Nardelli, laureato in Ingegneria Elettronica alla Sapienza, è professore ordinario di Informatica presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Roma Tor Vergata. La sua attuale attività di ricerca è dedicata ai Sistemi Informativi, con particolare attenzione ad una loro visione che integra gli aspetti tecnologici e quelli sociali/personali. E’ coordinatore del progetto congiunto tra MIUR e CINI “Programma il Futuro” per l’introduzione di una formazione generalizzata in tutte le scuole italiane agli aspetti culturali fondamentali dell’informatica, denominati “pensiero computazionale”. E’ membro del Comitato Direttivo di ACM Europe, la branca europea dell’associazione mondiale degli informatici, e del Consiglio Direttivo del CINI.

Una "buona pratica" per la formazione informatica nelle secondarie superiori

In questo articolo si presenta il corso "Principi dell'Informatica" che il progetto "Programma il Futuro" propone all'attenzione delle scuole secondarie superiori, per una formazione iniziale all'informatica. Il corso è basato sul materiale del corso "Computer Science Principles" realizzato da Code.org negli Stati Uniti, dove è riconosciuto come valido per il cosiddetto "Advanced Placement". Argomentiamo che i corsi di laurea in informatica ed ingegneria informatica degli atenei italiani potrebbero trovare vantaggio nell'interagire con le scuole per supportare la realizzazione di questo corso. La sua impostazione, infatti, permette di implementare un percorso basato sull'approccio "flipped classroom" che consentirebbe con uno sforzo ragionevole di effettuare un'attività di formazione efficace e con positivi effetti in materia di orientamento universitario.

18:00
 Cocktail di apertura Conferenza Vai alla mappa per sapere dove       
Giovedì 1 Dicembre

sessione 3: dai social media ai big data PRESIEDE: CLAUDIO GRANDI, INFN

09:00 - 10:30

KEYNOTE SPEECH

WALTER QUATTROCIOCCHI - IMT Lucca
The age of Misinformation

  

Walter Quattrociocchi è attualmente a capo del Laboratorio di Scienze Sociali Computazionali all'IMT di Lucca. I suoi interessi di ricerca includono reti dinamiche, scienze cognitive, algoritmi a grafo e i processi dinamici su reti complesse. Recentemente la sua ricerca si è focalizzata sulla diffusione di informazione e disinformazione e sull'emergere di narrative collettive nei social media e sulla loro relazione con l'evoluzione delle opinioni. Ha al suo attivo oltre 50 ubblicazioni. I risultati della sua ricerca sulla diffusione della disinformazione sono stati utilizzati nella redazione del Global Risk Report del World Economic Forum e hanno ricevuto una notevole copertura dai parte dei media internazionali (New York Times, Washington Posts, New Scientist, Bloomberg, Salon, Poynter, etc).

Per un sommario delle sue ricerche sulla disiformazione:
How does misinformation spread online? World Economic Forum Agenda https://www.weforum.org/agenda/2016/01/q-a-walter-quattrociocchi-digital-wildfires/

The age of Misinformation

Esistono davvero camere di risonanza sui social media? Focalizzandosi su come gli utenti Facebook italiani e statunitensi si rapportano a due distinte narrative (relative alle teorie della cospirazione e alla scienza), la nostra ricerca offre prove quantificabili della loro esistenza. La spiegazione ha a che vedere con la tendenza degli utenti a promuovere le narrative da loro preferite e quindi formare gruppi polarizzati. I pregiudizi legati alla volontà di confermare una certa narrativa aiutano a dar conto delle decisioni degli utenti sulla condivisione o meno di un determinato contenuto e creano così "cascate di informazione" all'interno di comunità identificate. Allo stesso tempo, l'aggregazione dell'informaizone preferita all'interno di queste comunità rinforza l'esposizione selettiva e la polarizzazione dei gruppi. La nostra ricerca fornisce evidenza empirica che, focalizzandosi sulle narrative preferite, gli utenti tendono ad assimilare soltanto le conferme e ignorare le apparenti confutazioni.

PAOLO NESI - Università degli Studi di Firenze
Twitter Vigilance: Modelli e Strumenti per l’Analisi e lo Studio di Dati Social Media ed il Monitoraggio in Real Time

  

Paolo Nesi e' chair del DISIT Lab dell'Universita' degli Studi di Firenze, ed ordinario di sistemi di elaborazione. Ha coordinato svariati progetti di ricerca ed inovazione, della commissione europea, nazionali e regionali. Attualmente coordina Sii-Mobility MIUR Smart City nazionale mobilita' e trasporti, RESOLUTE H2020 sulla resilienza nelle infrastrutture critiche e dei sistemi di trasporto, mentre DISIT lab contribuisce in vari altri progetti su big data, smart city, smart cloud, industria 4.0.

Twitter Vigilance: Modelli e Strumenti per l’Analisi e lo Studio di Dati Social Media ed il Monitoraggio in Real Time

Le tecniche e gli strumenti di analisi dei Social Media stanno diventando sempre più importanti per la previsione di eventi e tendenze, per la diagnosi precoce tramite il monitoraggio sociale e l’uso degli utenti come sensori. In questo contesto, Twitter.com è uno dei canali più interessanti per la sua diffusione e le dinamiche di risposta veloce; Twitter viene tipicamente classificato come microblog con aspetti sociali: messaggi brevi collegati e relazioni fra gli utenti. Il numero di Tweet prodotti al giorno rientra nel dominio dei big data. Anche restringendo l’insieme dei Tweet a specifiche aree tematiche, spesso la complessità dei processi di acquisizione, gestione ed analisi dei dati in tempo reale per l’analista sono difficilmente gestibili con tecniche tradizionali. A questo riguardo, dall’Aprile 2015 DISIT lab ha attivato lo strumento Twitter Vigilance per permettere a ricercatori ed analisti di effettuare analisi e ricerche su dati derivati da Twitter riferiti ad aree tematiche diverse. In questi ultimi 12 mesi, tramite Twitter Vigilance sono state sviluppate moltissime analisi negli ambiti: ambiente e meteo, disastro ambientale e resilienza, farmacologia, servizi smart city, turismo, cultura, intrattenimento e TV, grandi eventi, etc. In questo articolo si presenta un sintesi della soluzione Twitter Vigilance, con i suoi strumenti, ed alcuni informazioni che possono essere utili per comprenderne i meccanismi

Km4City: una soluzione aperta per erogare servizi Smart City

Molte città, comuni, province, regioni stanno producendo un enorme quantità di dati aperti, a questi si aggiungono i dati meno aperti o privati di operatori di trasporto, telefonia, energia, commercio, turismo, beni culturali, educazione, ma anche quelli provenienti da sensori in città, da social media, meteo, ambiente, etc. Questa enorme quantità di dati crea delle opportunità per (i) tenere sotto controllo lo stato della città e dei suoi servizi, fornire informazioni a supporto delle decisioni, (ii) analizzare la città e la sua evoluzione per migliorare i servizi, aumentarne la sicurezza e la resilienza, (iii) produrre servizi e valore sul territorio. Le pubbliche amministrazioni stesse sono i primi consumatori di questi dati e sono interessate a poterli mettere a disposizione degli operatori in città che potrebbero utilizzarli per il loro business. Per raggiungere questi obiettivi vi sono dei problemi tecnici e infrastrutturali non banali da risolvere quali: (a) la scarsa o inesistente interoperabilità fra i dati, (b) le licenze di utilizzo dei dati, (c) la carenza di soluzioni tecnologiche aperte e a basso costo di attivazione e gestione per trasformare dati in servizi. E’ su questa base che ci siamo attivati per realizzare le soluzioni Km4City per le Smart City, http://www.km4city.org .

ALESSANDRO SALESI - Juniper
Digital Cohesion

  

Alessandro Salesi ricopre il ruolo di Senior Systems Engineering Manager per Juniper Networks dal 2014 ed è responsabile del team pre-sales e delle relative attività per l'area geografica del Sud Europa e del Nord Africa. Salesi entra a far parte della squadra di Juniper nel 2001 in qualità di Senior System Engineer, poi diventa Broadband & Multiplay Solutions Consulting Engineer per il Sud Europa e in seguito Senior Manager Technologies & Solutions per l'area EMEA. Prima di Juniper, Salesi ha ricoperto la carica di Senior Network Engineer presso Infostrada e altri Service Providers. Salesi ha un laurea in ingegneria delle telcomunicazioni dall'Università degli Studi di Bologna.

Digital Cohesion

Digital Cohesion è la visione di un mondo in cui le applicazioni come quelle che in modo più o meno evidente già oggi fanno parte integrante della nostra quotidianità e vita si interconnettono e si assemblano fra di loro in modo automatico e prima che se ne possa percepire il bisogno. Il risultato sarà quello di avere servizi globali che spaziano dall’alimentazione, all’educazione, alla medicina e quindi atti a migliorare le vite di tutti noi. Le reti diventano sempre piuù importanti e al centro di questa evoluzione, garantendo i necessari livelli di performance e scalabilità gli strumenti di automazione, standard di interoperabilità e non da ultimo un modello di sicurezza completamente dinamico e distribuito.

LIGHTNING TALK

ANTONIO CORVINO - Università Suor Orsola Benincasa
Safe city

  

Antonio Corvino, archeologo e dottorando, XXXI ciclo col titolo di “Humanities and technologies”, presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Dal 2014 collabora con la Cattedra di Letteratura Latina Medievale dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli.
I suoi studi partono da studi incentrati sull’archeologia classica, per poi focalizzarsi, attraverso lo studio della filologia medievale, sulle digital humanities, le interazioni vigenti e possibili tra l’informatica e le realtà afferenti ai BB.CC. Ha partecipato a numerose missioni archeologiche in siti classici e medievali in Campania e Molise. Si occupa prevalente di digitalizzazione di manoscritti medievali, codifica testuale in XML e informatica applicata ai BB.CC.

Safe city

Il tema della sicurezza territoriale costituisce da sempre uno dei punti centrali del programma di governi ed amministrazioni. Sicurezza territoriale intesa come conoscenza dei rischi e delle pericolosità del territorio, come informazione ed integrazione di tutte le forze e le competenze disponibili, ma anche come capacità di interazione da parte del cittadino con le istituzioni e la pubblica amministrazione. Abbracciando l'attuale filosofia di smart city viene qui proposto un sistema di percezione della sicurezza territoriale attraverso l'utilizzo di un app su dispositivi mobile in grado di mostrare, all'utente, un indice di pericolosità su scala da 1 a 5 in base alla zona geolocalizzata.

SIMONE PIAZZA - CSP
Servizi Cloud per la sicurezza partecipata

  

Simone Piazza da diversi anni è impegnato presso il CSP - Innovazione nelle ICT, organismo di Ricerca della Regione Piemonte, in importanti attività di ricerca nell'ambito dell'IoT e della VideoSorveglianza. Coordina la roadmap tecnologica del sistema di VideoSurveillance-as-a-Service ObservoCloud e partecipa allo sviluppo prototipale di innovative soluzioni ICT in contesti industriali e territoriali

Servizi Cloud per la sicurezza partecipata

La diffusione di infrastrutture e soluzioni tecnologiche sempre più capillari e performanti ha introdotto un nuovo modo di gestire servizi ordinari di prima necessità in diversi ambiti e scenari di riferimento. Infatti se da un lato la tecnologia aiuta, dall’altro è importante considerare come questa si cali all’interno di procedure e sistemi spesso concepiti in epoche antecedenti all’era dell’informazione che oggi conosciamo.
Il paper descrive un'attività sperimentale volta a dimostrare come piattaforme applicative concepite per funzionare in ambienti Cloud possano diventare soluzioni efficaci per gestire e ottimizzare procedure di sicurezza urbana mediante l'integrazione e la condivisione di dati e informazioni.

10:30 - 11:00
 Coffee Break       

sessione 4: OPEN DATA
uso, riuso e salvaguardia dei dati: dalla digital preservation agli OD
 PRESIEDE: FULVIO GALEAZZI, GARR

11:00 - 12:30

GIORGIO BONTEMPI - IZS della Lombardia e dell'Emilia Romagna
La rete delle biobanche veterinarie nazionali

  

Giorgio Bontempi è ingegnere informatico: si è laureato all‘Università degli Studi di Milano in Scienze dell’Informazione.  Con il Comune di Brescia dal 1998 ha coordinato progetti complessi per reingegnerizzazione dell’anagrafe, per la creazione del Sistema Informativo Territoriale Distribuito, per il Social Network dei Lavori Pubblici, l’automazione procedurale dell’edilizia privata e il miglioramento della sicurezza urbana con l’ausilio delle nuove tecnologie diffuse. Dal 2010 è Responsabile dei Sistemi Informativi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna “Bruno Ubertini”, con il quale ha realizzato progetti a carattere nazionale e internazionale come la rete delle biobanche, la reingegnerizzazione del sistema sanitario e il sistema distribuito per l’analisi del benessere animale. Ha già realizzato diverse Web e Tablet Application di Business Process Management. Sistemi che ottimizzano i processi di raccolta, quelli di gestione e quelli di Business Intelligence, con l’obiettivo di semplificare l’amministrazione pubblica con l’uso esteso della cooperazione applicativa e della dematerializzazione dei procedimenti amministrativi.

La rete delle biobanche veterinarie nazionali

Il progetto Biobanca raccoglie in un unico contenitore, sia informatico che fisico, il materiale esaminato e controllato di pregio dei diversi settori all’interno dell’IZSLER. Il successo del progetto Biobanca ha portato i responsabili del progetto a fare domanda di certificazione all’OIE e di presentarlo ai diversi Istituti Zooprofilattici in Italia. Al progetto hanno aderito,utilizzando lo stesso sistema tecnologico, gli istituti della Sicilia, delle Venezie e del Piemonte e Liguria, mentre Teramo utilizza un sistema proprietario mettendo a disposizione i propri dati sul sito biowarehouse.net. L’adesione è avvenuta attraverso il sistema del riuso tra pubbliche amministrazioni. Tra gli istituti che hanno aderito al progetto, alcuni hanno deciso di conservare la propria banca dati nel proprio data center, mentre altri istituti si sono appoggiati all’infrastruttura resa disponibile dall’IZSLER.
Il sistema è di facilissima installazione, totalmente web, flessibile e dinamico, con una comunicazione dinamica tra le diverse banche dati, anche se residenti in luoghi diversi. È possibile ricercare e verificare l’esistenza dei campioni consultando un unico sito web (biowarehouse.net). Nel contempo, i diversi istituti possono decidere di avere anche un proprio sito web dedicato, come quello di IZSLER (www.ibvr.org). L’interscambio dinamico delle informazioni è stato sviluppato con webservice in JSON: le banche dati sono gestite in modo federato, potendo, quindi, integrare l’applicativo web con i gestionali amministrativi delle singole organizzazioni.
Lo stesso servizio può essere reso disponibile anche ad altri siti autorizzati, ampliando progressivamente la rete delle Biobanche. La gestione federata delle Biobanche: BioWarehouse.NET
Ogni organizzazione e Istituto ha sviluppato negli anni delle banche dati del materiale analizzato e conservato. Queste banche dati continuano a essere gestiti molte volte su fogli Excel e con tracciati record eterogenei. Lo scopo principale del progetto “Biowarehouse.net” è quello mettere in rete dei sistemi federati dove ogni organizzazione ha la possibilità di gestirsi la propria banca dati senza dover spostare fisicamente i dati in un unico data center. Il portale BIO Warehouse ha messo in condivisione i servizi e le specializzazioni sviluppate dai singoli istituti, con un unico motore che dal portale stesso è in grado di lanciare ricerche su un numero praticamente illimitato di fornitori di servizi. Ogni gestore di biobanca può aderire al progetto BIO warehouse e fornire i servizi di ricerca, consultazione e catalogo del materiale conservato e, in molti casi, disponibile per essere distribuito o venduto.

EVA SASSOLINI - CNR ILC
Corpora digitali: dall’obsolescenza tecnologica, alla salvaguardia e alla condivisione

  

I corpora digitali: dall’obsolescenza tecnologica, alla salvaguardia e alla condivisione

L'Istituto di Linguistica Computazionale “Antonio Zampolli” (ILC) nella sua storia cinquantennale ha accumulato una grande quantità di materiali testuali che oggi sono conservati in vari formati e tracciati record. Tali risorse, spesso arricchite con un variegato e prezioso apparato di annotazioni, rappresentano un patrimonio culturale di inestimabile valore da salvaguardare e valorizzare: migliaia di testi e corpora d’autore o di riferimento per aspetti linguistici, storico-culturali e giuridici. Per molti di questi rischiamo ancora la perdita per la mancanza di opportune iniziative di recupero. Il progetto di recupero di questo patrimonio è nato pochi anni fa come iniziativa fortemente voluta da ILC e prosegue oggi con la collaborazione di molte istituzioni pubbliche e private, impegnate sullo stesso fronte. Alle esigenze di doverosa salvaguardia, se ne affianca un’altra, non meno importante di condivisione dei risultati: perché i singoli archivi possano trasformarsi in una rete di conoscenza condivisa e distribuita a livello nazionale e internazionale, è auspicabile la loro integrazione all’interno di infrastrutture di ricerca che supportino la creazione, la fruizione, la distribuzione e la valorizzazione delle risorse.

GIOVANNI L'ABATE - CREA
Opening Soil Data through Semantics and Linked Vocabularies

  

Scientific qualification
Degree in Environmental Science, Soil conservation and protection, achieved on 25/10/1999 at the Cà Foscari University of Venice, Faculty of SS.MM.FF.NN. with 106/110 marks. Expert in Thematic Cartography and Geographic Information Systems (RT 20010150) – European Qualifications Framework, Level 4, achieved on 09/09/2004 at the Università degli Studi di Siena, Bachelor of Science in Geological Sciences - Regione Toscana. Training Course on topographic base. Rating: Distinct. Achieved 19/01/2006 at the Università degli Studi di Siena, Centre for Geothechnologies.

Fields of scientific interest
Soil conservation and protection with the use of GIS tools; geographic information systems; geodatabase; WebGIS; Open-source relational database management system (RDBMS); soil database; climatic database; Climate changes; environmental reports; greenhouse gas emissions modeling (Carbon footprint); Life-cycle assessment of cropping systems. Expertise in the soil science field survey (orientation, soil sampling and description) and with innovative instruments (inductive sensor Electromagnetic Geonics EM38-MK2, Veris Sensor 2000Xa, gamma ray Spectrometer "The Mole", Spectroradiometer - FieldSpec 3, Eijkelkam ECprobe).

Opening Soil Data through Semantics and Linked Vocabularies

The World Reference Base for Soil Resources (WRB) is the internationally recognized classification system for soils. The WRB is commonly used to classify soil profiles and generate maps of soil distribution. However, it's still not available in an open standard and machine readable format; instead, it is published in textual reports and its encoding in data and metadata is left to users. As a result, data artifacts using the WRB show a wide variety of structures and approaches to versioning, which interfere with proper exchange and integration. This problem applies to soil data as well as to other datasets and domains that relate to soil science, from natural and physical to social and climate sciences. We discuss the usage of the WRB classification while applying principles of openness, interoperability and semantic correctness, meant to support reliable data exchange in science and, ultimately, better informed policy and decision making.

LIGHTNING TALK

IGNAZIO FONTANA - IAMC-CNR
Trasferimento tecnologico a supporto della sicurezza e del risparmio energetico sulle imbarcazioni da pesca

  

Tecnico Informatico presso l’Istituto per l'Ambiente Marino Costiero (IAMC-CNR) di Capo Granitola dal 2006. Nell’agosto del 2012 riceve la nomina di Responsabile del CED e dei Servizi Informatici. Nel corso degli anni viene coinvolto, a vario titolo, in diversi progetti di ricerca nell'ambito delle Tecnologie ICT e sensoristica per l'ambiente marittimo e marino e la pesca. Attualmente, è componente sia del Gruppo di Acustica Marina che del Gruppo di Tecnologie Marine dell’IAMC-CNR di Capo Granitola.

Trasferimento tecnologico a supporto della sicurezza e del risparmio energetico sulle imbarcazioni da pesca.

Il Gruppo di Tecnologie Marine dell’IAMC-CNR di Capo Granitola ha da tempo intrapreso una attività di trasferimento tecnologico verso le imprese del settore della pesca, fornendo alcuni risultati della ricerca a beneficio dell’innovazione di tale settore (Aronica et al. 2016, Aronica et al. 2013) . Più recentemente, all’interno del progetto RITMARE ed in particolare, nella sotto azione (SP2_WP3_AZ3 – U01) relativa alla “Gestione delle attività di bordo”, sta sviluppando un sistema integrato per il controllo delle reti da pesca, del loro carico e dei movimenti dell’imbarcazione al fine di dare un supporto digitale adatto ad aumentare la sicurezza di bordo, nonché contribuire al risparmio energetico durante le fasi di pesca. Le attività di controllo e monitoraggio, realizzate in tale progetto, avvengono in continuo durante tutte le fasi di pesca, e riguardano l’intero sistema nave sia nella sua componente emersa, costituita dall’imbarcazione e dai suoi attrezzi di bordo, e sia nella parte immersa, composta dalla rete e dagli attrezzi correlati comprendenti l’eventuale pescato. Le varie fasi della pescata presentano tutte delle possibili pericolosità, dall’inizio alla fine delle operazioni, compreso il recupero degli attrezzi e del pescato. Alcuni esempi dove le condizioni possono diventare veramente pericolose sono: il sovrappeso del pescato che può provocare una possibile rottura della rete, l’incaglio della rete al fondo che può provocare anche il ribaltamento della stessa imbarcazione, la tensione dei cavi e la loro eventuale rottura che può essere estremamente pericolosa per la sicurezza del personale addetto alle manovre di pesca. Il monitoraggio ed il controllo dell’intero sistema nave, quindi, sono prevalentemente finalizzati ad affrontare e cercare di risolvere le problematiche legate: • alla sicurezza ed incolumità del personale di bordo, • alla sicurezza e alla salvaguardia dell’unità peschereccio e delle sue componenti, • al risparmio energetico, attraverso il controllo dell’assetto dell’imbarcazione e dello stato della rete durante la pescata (infatti, si evita il failure della stessa se gli attrezzi non sono configurati correttamente in acqua). L’obiettivo è, quindi, di aver un sistema centrale informatizzato che possa dare in tempo reale informazioni utili alla gestione delle attività di pesca e/o fornire/inviare messaggi di allarme in caso si verifichino scenari di rischio durante le l’attività di bordo.

CLAUDIO SANTORO - ISTAT
Location Intelligence per le banche dati delle statistiche territoriali

  

Afferisce al Dipartimento per la raccolta dati e lo sviluppo di metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell'informazione statistica, Direzione centrale per le tecnologie informatiche e della comunicazione dell’Istituto Nazionale di Statistica.
Dopo la laurea in Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Roma Tre, svolge diversi anni presso Ericsson Telecomunicazioni S.p.A con il profilo di Service Engineer prima e Solution Architect poi, seguendo progetti di natura internazionale e nazionale nell’ambito della System Integration nel settore Value Added Services.
Nell’ottobre del 2012 entra in Istat focalizzando la sua attività nella definizione di un’architettura generalizzata atta alla proiezione geografica in tempo reale delle banche dati della statistica territoriale adottando standard e protocolli europei.

Location Intelligence per le banche dati delle statistiche territoriali

Obiettivo dell’attività di diffusione dell’Istituto Nazionale di Statistica è garantire l’accesso ai risultati delle rilevazioni statistiche utilizzando tecnologie aggiornate.
Correntemente l’Istituto Nazionale di Statistica pubblica banche dati di diversa natura corredate di metainformazioni (metodologie, classificazioni, definizioni) relative all’argomento trattato. Tali contenuti sono fruibili mediante sistemi informativi statistici, per lo più a carattere tematico, che forniscono una visione globale e accurata, corredata da approfondimenti, analisi e metainformazioni, dei fenomeni indagati. Nell’ambito delle banche dati della statistica territoriale, la proiezione geografica consente di ampliare la possibilità di fruizione ed analisi dell’informazione stessa.
Il lavoro in oggetto risponde a quanto proposto, consentendo l’integrazione in tempo reale del dato statistico mediante protocollo Statistical Data and Metadata eXchange (SDMX), con la componente spaziale per mezzo del formato Geography Markup Language (GML) in accordo alla direttiva comunitaria Infrastructure for Spatial Information in the European Community (INSPIRE).

PAOLO MERIGGI - Fondazione Don Gnocchi
Un prototipo di applicazione di IoT in sanità: il progetto MARINER

  

Un prototipo di applicazione di IoT in sanità: il progetto MARINER

In questo articolo viene presentato il prototipo di un sistema, pensato per il monitoraggio remote continuo e quantitativo dell’uso quotidiano di carrozzine elettroniche, adottate precocemente da bambini con grave disabilità. Il sistema si basa su un uso non convenzionale di un normale smartphone, e rappresenta un’interessante applicazione IoT (Internet of Things) in sanità, per il monitoraggio remoto e di lungo periodo di informazioni legate alla salute.

Un prototipo di applicazione di IoT in sanità: il progetto MARINER

In questo articolo viene presentato il prototipo di un sistema, pensato per il monitoraggio remote continuo e quantitativo dell’uso quotidiano di carrozzine elettroniche, adottate precocemente da bambini con grave disabilità. Il sistema si basa su un uso non convenzionale di un normale smartphone, e rappresenta un’interessante applicazione IoT (Internet of Things) in sanità, per il monitoraggio remoto e di lungo periodo di informazioni legate alla salute.

12:30 - 14:00
 Lunch Break presso College House  Vai alla mappa per sapere dove      

sessione 5:DIGITAL CULTURAL HERITAGE
il patrimonio digitale dal materiale al digitale: approcci innovativi per valorizzare, raccontare e coinvolgere
  PRESIEDE: SARA DI GIORGIO, ICCU

14:00 - 15:30
VICTORIA SZABO - Duke University, STEFANIA ZARDINI LACEDELLI - University of Leicester
From landscape to cities. The digital co-creation of cultural heritage in Visualizing Venice and DOLOM.IT
English language

  

Victoria Szabo is an Associate Research Professor of Art, Art History & Visual Studies at Duke University in the USA. She is one of the leaders of the international Visualizing Venice consortium and a member of the Wired! Lab for Digital Art History & Visual Culture at Duke University. At Duke she also directs the Information Science + Studies Program as well as the MA and PhD programs in Computational Media, Arts & Cultures.
http://vszabo.net

Stefania Zardini Lacedelli, Dottoranda in Museum Studies all'Università di Leicester, la sua ricerca sul music-sharing è sostenuta dal Midlands3Cities Doctoral Training Partnership. Nel 2014 è stata Visiting Scholar alla Duke University dove ha sviluppato un modello di piattaforma per i musei e il patrimonio culturale. È co-fondatrice, insieme a Giacomo Pompanin, della fucina creativa ADOMultimedia Heritage, che con l'associazione ISOIPSE ha dato vita al museo virtuale del paesaggio DOLOM.IT.

From landscape to cities. The digital co-creation of cultural heritage in Visualizing Venice and DOLOM.IT

As the fastest information revolution in known history, the World Wide Web added two significant changes in the habits and ways of knowledge transmission, shifting from a model of consumption to a platform for creation. First of all the Web carried a new model of co-creation, by encouraging consumer's primary role in the creation and sharing of content. The resulting platform model has completely changed the way in which we deliver both information and products and it is extremely effective in places where knowledge is traditionally shaped and shared: academic and educational institutions as well as cultural organizations. Secondly, the Web gave substance and reproducibility to the intangible. Nowadays everyone can enter a museum simply by browsing its virtual space, as well as gain quick access to billions of photographs and images, audios, videos and digitized documents. This is, furthermore, only the beginning. Intangible knowledge, in fact, pervades our lives: spoken words and unspoken meanings, culturally driven relations and expectations, awareness of the multilayered history of cities and landscapes, old dialects, ancient habits, legends and so on. Although none of these things can be touched, they are a fundamental part of personal and community heritage. Web and digital tools allows this heritage to be recorded and shared regardless of distance and time. Museums, libraries and archives - which are by definition the realm of "material" heritage – can thrive in this new environment. The first step is considering – and involving - people and communities, as the core of any cultural heritage. This vision originates from the Council of Europe's Convention on the Value of Cultural Heritage for Society (2005). For the first time individuals stand at the center of the definition of heritage. A concept anticipated by the UNESCO Convention for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage (2003) - which makes the vitality of cultural heritage dependent on people's ability to recreate and re-vitalize the intangible elements of such heritage. It is noticeable that these Conventions express the very same instances that the web has brought to the fore: the active role of everyone in shaping his/her experiences and in defining what "heritage" really is; and the recognition of the intangible dimension as an integral part of our social and cultural life. The following case studies - Visualizing Venice and DOLOM.IT - stem from these issues and share two essential traits: the co-creation of digital cultural content together with an educational community: the landscape, its history and perceptions that digital tools allows to record, visualize, re-shape and share.

LUIGI SERRA - CNR ISEM
Coast View con Marco Antonio Camòs, Capitano di Iglesias

  

Luigi Serra, maturatosi a Macomer (NU) al liceo scientifico Galileo Galilei e laureatosi in Ingegneria Informatica al Politecnico di Torino, ha lavorato diversi anni nel privato come insegnante, consulente e tecnico informatico. Radioamatore, appassionato di musica, elettronica e fai da te, dal 2006 con Athena Informatica cura come Project Manager il progetto Banda Larga di rinnovamento del network dell’Università di Sassari, dal 2008 è Security and Network Administrator come dipendente presso lo stesso Ateneo Sassarese. Nel 2009 è referente per il progetto “ICT4University – WiFi SUD”, nel 2012 cura progetto e realizzazione della connessione, con tecnologia 10G REP, alla fibra ottica del Comune di Sassari. Nel 2014, vincitore di concorso si trasferisce alla ASL 8 di Cagliari. Da qui, dopo una breve e stimolante esperienza come sistemista di rete e sicurezza, approda nel 2015 al Consiglio Nazionale delle Ricerche presso l’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea di Cagliari. Nel nuovo contesto, come responsabile ICT, gestisce l’infrastruttura informatica e cura diversi aspetti di valorizzazione della ricerca e dei beni culturali dedicandosi alle Digital Humanities e Digital Heritage contribuendo attivamente al “trasferimento umanistico”, come lui suole definirlo, con soluzioni informatiche e tecnologiche innovative.

Coast View con Marco Antonio Camòs, Capitano di Iglesias.

Il patrimonio di torri costiere, che caratterizza il meraviglioso paesaggio costiero della Sardegna e di numerose altre località costiere del Mediterraneo dal XVI secolo, testimonia l’argine che l’occidente ha imposto all’espansione dell’Impero Ottomano, con le sue sempre più frequenti incursioni barbaresche, durante quegli anni. Le “sentinelle del mare” confermano, con la loro immobile presenza, quanto fosse prioritaria l’esigenza di preservare un territorio, le sue attività produttive ed il suo popolo. Attraverso gli occhi di chi scrisse un importante documento del 1572 sulla loro edificazione, Marco Antonio Camós, Capitano di Iglesias, si propone un progetto di valorizzazione di questo patrimonio unico con la vista dal mare, multimediale, mediante riprese sferiche con tecnologia Google Street View™ (per l’utilizzo della quale sono già intercorsi accordi). L’idea progettuale ripropone il punto di vista del Camós dalla costa, il quale effettuò il periplo dell’isola di Sardegna per individuare i siti costieri maggiormente adatti alla loro edificazione. Ma vuol anche essere la vista che “Moros y Turcos” ebbero della nostra isola, dal mare, durante le loro incursioni. Il patrimonio statico materiale viene così dematerializzato e reso dinamico per una sua fruizione multimediale globale tramite “web browsing”. La valorizzazione del patrimonio storico e culturale delle torri costiere, viste sia individualmente che nella loro complessa sinergia a difesa del territorio, costituisce una delle “mission” del nostro Istituto ISEM-CNR che, con la stretta collaborazione di varie istituzioni pubbliche e private, ha promosso il restauro, la fruizione turistica e culturale di diverse di queste fortificazioni costiere e che si affianca, ampliandolo e divenendone una delle possibili evoluzioni, al progetto “Torri Multimediali, la torre come interfaccia” che ha visto nella torre di Chia (CA) il primo allestimento museale curato dal nostro Istituto.

LIGHTNING TALK

CLAUDIA CANTALE - Università degli Studi di Catania
“Scriventi dai margini”: il progetto “MonasteroJunior” per la democratizzazione della conoscenza

  

Claudia Cantale è PHD Student in Studi sul Patrimonio Culturale presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania. È socia fondatrice di Officine Culturali, associazione che si occupa di servizi educativi e di fruizione per il Monastero dei Benedettini, per l’Orto Botanico e per il Museo di Archeologia dell’Università di Catania. In Officine Culturali riveste il ruolo di Communication Supervisor & Social Media Manager.

“Scriventi dai margini”: il progetto “MonasteroJunior” per la democratizzazione della conoscenza

La democratizzazione della conoscenza e la conservazione della memoria collettiva sono da sempre obiettivi di Archivi, Musei e Biblioteche, il cui ruolo è sia quello di custodire e alimentare la ricerca sia quello di educare. Il Patrimonio storico-artistico è portatore di contenuto e conoscenza in quanto tale è «un insieme di esposizione di fatti o idee, presentando in modo ragionato un giudizio o un risultato sperimentale, trasmesso agli altri attraverso un determinato mezzo di comunicazione in una certa forma sistemica» (Bell, 1967). I beni culturali sono però anche medium, mediatori di messaggio, nel senso di «ciò che collega – raccoglie – due mondi: il visibile e l’invisibile [...]» (Aiello, 1999). Il «medium-collezione» è «collettore di esperienza», raccoglie l’esperienza collettiva e sociale. Il dibattito sulle nuove tecnologie e sui sistemi relazionali e sociali basati sulle reti di comunicazione impongono a chi si occupa di Patrimonio Culturale una riflessione sul tema delle strategie di accesso alla conoscenza e della produzione di prodotti culturali originali. All’interno del discorso sul digital La democratizzazione della conoscenza e la conservazione della memoria collettiva sono da sempre obiettivi di Archivi, Musei e Biblioteche, il cui ruolo è sia quello di custodire e alimentare la ricerca sia quello di educare. Il Patrimonio storico-artistico è portatore di contenuto e conoscenza in quanto tale è «un insieme di esposizione di fatti o idee, presentando in modo ragionato un giudizio o un risultato sperimentale, trasmesso agli altri attraverso un determinato mezzo di comunicazione in una certa forma sistemica» (Bell, 1967). I beni culturali sono però anche medium, mediatori di messaggio, ill «medium-collezione» è «collettore di esperienza», raccoglie l’esperienza collettiva e sociale. Il dibattito sulle nuove tecnologie e sui sistemi relazionali e sociali basati sulle reti di comunicazione impongono a chi si occupa di Patrimonio Culturale una riflessione sul tema delle strategie di accesso alla conoscenza e della produzione di prodotti culturali originali. All’interno del discorso sul digital heritage al centro vi è oggi l’utente, reale o potenziale, su cui si basano ricerche e programmi del audience development. Nel clima di spinta all’innovazione tecnologica, sociale e culturale, è indispensabile l’ibridazione tra settori come quelli dell’Informatica, del Design, della Pedagogia, delle Scienze Sociali e delle Scienze Umanistiche. Il progetto “MonasteroJunior” nasce come output delle ricerche sull’audience development condotte dal team di progettisti dell’associazione Officine Culturali, in collaborazione con Micron, azienda che si occupa del settore dei semiconduttori, l’Istituto Comprensivo Caronda di Catania, il Dipartimento di Scienze Umanistiche e il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università degli Studi di Catania. Il progetto mira alla realizzazione partecipata, attraverso il coinvolgimento attivo di ragazzi in età pre-adolescenziale, di una mappa multimediale interattiva che consenta l’orientamento spaziale e narrativo al Monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena, attuale sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche. Gli autori della mappa interattiva sono i ragazzi dell’Istituto Caronda, coinvolti in un processo di ricerca, elaborazione, creazione, gestione e conservazione dei contenuti digitali, al fine di acquisire competenze non solo nell’ambito delle scienze umanistiche ma soprattutto in campo tecnologico. Il fulcro del progetto, dunque, è quello di sperimentare processi di innovazione sociale, basati sulla partecipazione e sullo stimolo di nuove relazioni tra i ragazzi, utilizzando le tecnologie per fornire un approccio più libero e creativo nell’interpretazione delle cose che si possono fare in e con musei, biblioteche o negli archivi. L’obiettivo secondario è di supplire alla carenza di informazioni aggiuntive all’interno di un luogo, il Monastero, frequentato da circa 55000 persone ogni anno

SIMONA CARACENI - CINECA
Caserta Royal Palace: a heritage in network

  

Simona Caraceni is interested in new media communication and multimediality, and since '94 has been involved in new media and new technology in communications and art. She taught at the Universities of Bozen, Milan, Florence, Macerata and Bologna. Freelance journalist, she's a columnist and leader writer for Artribune http://www.artribune.com and some other newspapers and publications. She wrote a book about virtual museum in 2012, and over 50 scientific papers.
PhD at the Planetary Collegium of the University of Plymouth (UK), her research activity is concerned with virtual museums, man-machine interfaces, multimediality and multimodality, and new media languages of communication in heritage field. In the field of applied research she works on the opportunities of online communication, multimedia and multimodal interfaces, augmented reality, communication heritage and e-learning with University of Bologna, City Council of Bologna, Regional Council of Emilia Romagna and actually at Visit Lab of Cineca. Member of the Executive Board of AVICOM from 2009 to 2019, elected as Vice President of AVICOM in 2013 and General Secretary in 2016, she has been as well the coordinator of the italian commission “Audio-Visuals and new Technology" for ICOM-Italy from 2007.

Caserta Royal Palace: a heritage in network

Caserta Royal Palace in the aim of promoting its heritage has become a “playground” to experiment innovative technologies in 3D reconstruction, big data and sentiment analysis. Starting from the modeling of the “Terrae Motus” exhibition, the project aims at the creation of a “sentiment room” where it will be possible to browse all the digital contents, and sentiments, about the Royal Palace.

ILARIA VITELLIO - Mappina
Dall’Archivio della città all’Archivio nella città. La Caccia al Tesoro digitale come strategia di audience development

  

Urban Planner e civic hacker, con specializzazione, master e PhD in in urbanistica e pianificazione. Si occupa di strumenti di governo del territorio e di politiche urbane con particolare attenzione ai temi della costruzione multiattoriale di processi di rigenerazione urbana attraverso la sperimentazione di approcci quali il cultural plannig, community mapping, community planning 2.0, neogeografia e open data. Ha svolto per anni docenza a contratto presso università italiane, partecipato a ricerche nazionali e internazionali e svolto attività di consulenza per le pubbliche amministrazioni (piani urbanistici, programmi complessi, piani strategici). Attualmente  è Ceo di Mappina - Mappa Alternativa della Città e di CityOpenSource - Collaborative Mapping Platform.

Dall’Archivio della città all’Archivio nella città. La Caccia al Tesoro digitale come strategia di audience development

L’Archivio Storico della Fondazione Banco di Napoli è il più grande archivio di natura bancaria al mondo. In circa 330 stanze sono raccolti e catalogati documenti bancari che vanno dalla metà del 1500 ad oggi. Tra questi documenti vi sono le Bancali, fedi di credito, le cui casuali descrivono la motivazione relativa al movimento di denaro, restituendo un vero e proprio spaccato quotidiano della vita di Napoli e del Mezzogiorno, ma anche di altre parti d’Italia e d’Europa, quelle con cui Napoli ed il Regno delle due Sicilie condividevano affari e traffici. E sono proprio questi documenti che costituiscono l’oggetto di una strategia di audience development in grado di promuovere un passaggio dell’archivio da essere archivio “della” città ad essere archivio “nella” città. La Caccia al Tesoro del Banco è una caccia digitale, un gioco che stimola i partecipanti (soprattutto giovani) a conoscere e riconoscere il ruolo della Fondazione nel sud Italia a partire dalle storie raccontate nelle causali delle Bancali utilizzate come guida narrativa della città.

NICODEMO ABATE - Università Suor Orsola Benincasa
La Cripta di San Marco dei Sabariani: una proposta di enhancement fruizionale

  

Nicodemo Abate, archeologo. Dal 2014 collabora con la Cattedra di Archeologia Cristiana e Medievale dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha partecipato a numerose missioni archeologiche in siti preistorici, classici e medievali in Campania, Molise, Marche e Toscana. Si occupa prevalente di archeologia della produzione, archeometria ed ICT applicato ai BB.CC. I suoi studi si focalizzano sull'archeometallurgia dei contesti monastici e fortificati dell'Italia medievale, sull'acquisizione e la gestione di modelli 3D e sullo sviluppo di piattaforme GIS e WebGIS per il trattamento dei dati.

La Cripta di San Marco dei Sabariani: una proposta di enhancement fruizionale

L’acquisizione e l’elaborazione dei dati sono una prerogativa della moderna archeologia. Tali operazioni sono indispensabili in un settore che, per natura, è basato su di un metodo distruttivo (scavo stratigrafico) o dove il veloce degrado degli elementi porta ad una rapida perdita di informazioni. I progressi ottenuti dalle nuove tecnologie nel settore del rilievo e della ricostruzione del dato archeologico hanno reso estremamente più agevole e veloce il processo di acquisizione ed elaborazione dell’informazione (ICT), rappresentando un enorme vantaggio a servizio dell'apertura ad un pubblico sempre più vasto e meno di nicchia. In questa sede è proposta un'operazione di "enhancement fruizionale" di un sito medievale, la cripta di San Marco dei Sabariani, di VIII-XII sec., di rara bellezza ma totalmente sconosciuto, tramite l'utilizzo combinato di rilievo 3D, 3DHOP e QRcode per la visualizzazione in loco.

15:30 - 16:00
 Coffee Break       

sessione 6: DIGITAL CULTURAL HERITAGE
il patrimonio digitale dal materiale al digitale: esperienze di successo nella co-creazione, conservazione e condivisione
 PRESIEDE: GABRIELLA PAOLINI, GARR

16:00 - 17:30
DANIELE BERNARDINI - Intranetstandard GmbH
UnRealWorld: A Crowdsourcing and 3DDevelopment Platform for Cultural Heritage

  

Daniele Bernardini è dal 2005 fondatore e amministratore di Intranet Standard GmbH, ruolo nel quale ha diretto progetti di consulenza e sviluppo di soluzioni software nei settori finanziario, farmaceutico e di compliance. Laureatosi all’università degli Studi di Firenze in Fisica nel 1997, dopo una breve esperienza di ricerca alla LMU di Monaco di Baviera, Bernardini inizia a lavorare come Freelance nella consulenza informatica. Dal 2003 al 2004 lavora come manager nella BearingPoint in USA prima di lasciare l’incarico e tornare in Europa dove perseguirà la carriera di imprenditore.

UnRealWorld: A Crowdsourcing and 3DDevelopment Platform for Cultural Heritage

In this paper we propose to applying the crowdsourcing approach to a software platform that uses a modern and state-of-the-art 3D game engine, in order to allow for the generation and manipulation of interactive 3D environments by a community of users, to produce cultural heritage content. As a first step towards this goal is a standalone explicit crowdsourcing system, called Unreal World, which can be considered a proof of concept or a prototype implementation, whose purpose is to verify the system potentials. As a preliminary validation of this proof of concept, we will also describe the contribution in terms of content development performed by a group of history researchers from the third University of Rome.

ALESSANDRO CEREGATO - CNR ISMAR
Algarium Veneticum. Da una collezione storica alla creazione di un archivio digitale multitematico

  

Curatore dell’Archivio storico di Studi Adriatici presso CNR ISMAR Venezia. Naturalista, paleontologo e museologo di formazione, dal 2010 è incaricato del recupero e della valorizzazione del patrimonio storico scientifico dell’Istituto. Attualmente sta portando avanti un progetto di catalogazione e digitalizzazione dei materiali e dello sviluppo di portali web Open Access e Open Source. Parallelamente prosegue la propria attività scientifica di analisi del macrobenthos marino anche attraverso campagne oceanografiche.

Algarium Veneticum. Da una collezione storica alla creazione di un archivio digitale multitematico

Un erbario può essere considerato come un archivio con una grande quantità di dati grezzi. Ogni campione porta informazioni sulla vegetazione di un territorio, sulla popolazione, e il taxon a cui appartiene. Le collezioni, quindi, rappresentano una fonte di informazioni primarie su esplorazioni e osservazioni della vegetazione, sulla natura e le relazioni di piante. Le collezioni di piante storiche rappresentano prove fisiche del verificarsi di una specie in un determinato momento e luogo, ci forniscono informazioni sul interesse botanico dei secoli passati e, in alcuni casi, ci dicono qualcosa sulla storia dei nomi e gli usi delle piante. Oggi, i ricercatori sono interessati alla creazione di banche dati per registrare la biodiversità ed i campioni catalogati, che permetteranno di inventario e monitoraggio delle specie vegetali. Per soddisfare questa esigenza, erbari di tutto il mondo hanno cominciato a immagine digitalmente la loro raccolta e creare banche dati consultabili al loro mantenimento. Presso la Biblioteca Storica di Studi Adriatici dell’Istituto di Scienze Marine (ISMAR-CNR) di Venezia è stato avviato un lavoro di recupero e valorizzazione di una collezione algale storica risalente al periodo 1941-1950. Tale collezione, dopo essere stata riordinata e catalogata, è stata digitalizzata mediante l’ausilio di uno scanner planetario digitale Bookeye® 3. Il recupero di questa collezione storica, dato il suo valore e la sua specificità, ha stimolato una nuova campagna di raccolta in Laguna, destinata ad arricchire le informazioni sulla biodiversità e l'ecologia delle macrofite della Laguna. A partire da questo lavoro, si è quindi deciso di istituire un nuovo erbario con il nome Algarium Veneticum presso l'Istituto di Scienze Marine ISMAR CNR con gli obiettivi di: • ristudiare la collezione storica e classificare i nuovi campioni attraverso un approccio integrato di metodi tassonomici classici e di tecniche di DNA barcoding; • pubblicare le immagini degli esemplari e i metadati ad essi associati sulle piattaforme Atlante della Laguna (www.atlantedellalaguna.it), Cigno (http://cigno.ve.ismar.cnr.it/) e sull'Archivio di Studi Adriatici (http://archiviostudiadriatici.it) attualmente in fase di sviluppo. • inserire le collezioni dell’Algarium Veneticum nell’ambito dei Centri Tematici (Collezioni, Interazioni, Biomolecolare e Mediterraneo) dell’infrastruttura LifeWatch Italia (http://www.servicecentrelifewatch.eu/web/lifewatch-italia/e-biodiversity-research-institute) per una gestione armonizzata e univoca dei dati.

LIGHTNING TALK

BARBARA BALBI - Università Suor Orsola Benincasa
Guarda come guardo: la condivisione delle esperienze di fruizione artistica

  

Barbara Balbi attualmente Ph.D. candidate in Humanities and Technologies presso Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa-Centro di Ricerca "Scienza Nuova". Un passato da restauratrice, storica dell'arte. Ha lavorato lungamente e praticamente alla conservazione e al restauro del patrimonio storico artistico su diverse tipologie di superfici e materiali. Oggi si occupa delle modalità di interazione tra nuove tecnologie e scienze umane, soprattutto tra nuove tecnologie e Beni culturali ponendo grande attenzione all'impatto che su di essi sta avendo la ricerca nel campo che oggi viene definito come "Neuroestetica". La ricerca che porta avanti insieme a un gruppo multidisciplinare di ricercatori si orienta soprattutto verso la comprensione delle modalità in cui le scoperte fatte attraverso l'analisi dei dati sensoriali e della percezione possono aiutare a progettare nuove forme di fruizione, valorizzazione e studio dei beni storico artistici.

Guarda come guardo: la condivisione delle esperienze di fruizione artistica

L’utilizzo, la condivisione e visualizzazione dei dati rappresentano una sfida importante in quella che si preannuncia come la cosiddetta Data Driven Economy. Il nodo chiave è l’efficacia delle modalità di condivisione della grande mole di dati di cui, è noto, solo una piccola parte viene sfruttata. Le scienze dell’Information Design forniscono strumenti che consentono di spiegare fenomeni complessi, utilizzando semplici raffigurazioni di dati quantitativi, spesso attraverso rappresentazioni dinamiche e interattive. Le Digital Humanities raccolgono la sfida sfruttando queste nuove opportunità. In particolare, nel campo della discussa valorizzazione dei beni culturali, sembra finora si sia colto solo in minima parte il peso delle innovazioni a disposizione, ritenendolo ancora come poco funzionale allo sviluppo dei servizi offerti. Questo studio propone una modalità di rappresentazione e condivisione dei dati relativi all’interazione tra esseri umani e opere d’arte, usando metodologie e strumenti mutuati dalle scienze dell’informazione. L’interazione è intesa, in questo lavoro, nell’esperienza di fruizione di un’opera pittorica, mentre i dati, relativi a tale dimensione immateriale, sono di carattere psicofisiologico, legati al percorso visivo effettuato nell’esplorazione dell’opera. Oltre a fornire interessanti spunti per l’arricchimento interpretativo dell’opera d’arte, la rappresentazione proposta per le esperienze di osservazione rende possibile la condivisione ed il confronto dei rapporti intangibili ed intimi tra osservatore e opera

LAURA CIANCIO - ICCU
Internet culturale. Uno strumento per la cultura e per la creatività

  

Bibliotecario direttore Coordinatore dell’Area di attività per lo sviluppo dei servizi di digitalizzazione e per l’accesso ai documenti dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane (ICCU). Cura e coordina la redazione del portale Internet Culturale, le attività di manutenzione ed evoluzione dell'architettura del sistema e lo sviluppo di applicativi rivolti al digitale. Cura la gestione del repository digitale dell’ICCU (Teca Digitale Italiana), la manutenzione evolutiva e la distribuzione del software, cura i rapporti con i repository digitali content provider di Internet Culturale.

Internet culturale. Uno strumento per la cultura e per la creatività

Presentazione del portale Internet culturale dell'ICCU (Mibact). Il portale rivolto agli studiosi e appassionati del mondo del libro per visitare il vasto patrimonio culturale custodito nelle biblioteche italiane punta a trasformarsi in una piattaforma in grado di offrire nuovi servizi agli utenti, mirati all’uso e ri-uso delle collezioni digitali. Internet Culturale ha già da tempo adottato il quadro delle licenze Creative Commons per semplificare il riuso delle collezioni digitali, quasi tutte scaricabili, pur salvaguardando l’uso commerciale e il rispetto delle scelte delle istituzioni, e punta a sviluppare iniziative per favorire e incrementare il riuso degli oggetti digitali per l’innovazione, l’istruzione, la ricerca, il mercato e la fruizione personale. Internet Culturale offre un vasto archivio digitale di fonti primarie che possono essere direttamente consultate, studiate e scaricate, da tutti gli studenti. Possibili progetti di cooperazione con il GARR e il MIUR potrebbero riguardare la progettazione e implementazione di corsi con l’obiettivo di promuovere la conoscenza attarverso l’uso di Internet Culturale e di altri grandi archivi analoghi disponibili on-line e lo sviluppo di competenze per eseguire ricerche, per pubblicarle e condividerle in rete, attraverso strumenti di facile uso.

FRANCESCO ROMANO - CNR ITTIG
Strumenti e metodi per lo studio in Rete della lingua del diritto

  

Strumenti e metodi per lo studio in Rete della lingua del diritto

For several years, within the framework of institutional research aimed at the documentation of legal language, the Institute of Legal Information Theory and Techniques of the CNR has developed a web based system called “Semantic index for the Italian legal lexicon (IS-LEGI)”, aimed the implementation of a database, used as operational support of the two historical databases: VOCANET (Italian legal language) and LLI (Italian legislative language). Significant terms of the selections have been made that are attributed to the prevailing meanings, as well as a conspicuous appropriate phraseology to make better understand the semantic evolution that these entries have suffered during the centuries.

17:30 - 19:00

ASSEMBLEA ANNUALE DEI MEMBRI IDEM - Incontro riservato

Venerdì 2 Dicembre

sessione 7: smart city, IoT e nuovi servizi PRESIEDE: GIUSEPPE ATTARDI, GARR

09:00 - 10:30

KEYNOTE SPEECH

FLAVIA MARZANO - Comune di Roma
Ruolo della rete nell'amministrazione di una grande città, della semplificazione dei servizi e dei rapporti con i cittadini

  

Assessora alla Roma semplice con deleghe, tra l'altro, a Smart City, Agenda Digitale, modernizzazione della PA e progettazione europea. Laureata in Scienze dell'Informazione a Pisa, Prof. straordinario presso la Link Campus University (corso di laurea Comunicazione Digitale) dove ha ideato e dirige il Master Smart Public Administration.

Ruolo della rete nell'amministrazione di una grande città, della semplificazione dei servizi e dei rapporti con i cittadini

Roma Capitale, una città unica al mondo sotto tanti punti di vista: cultura, storia, dimensione e complessità. La sfida è altrettanto unica, quella di progettare Roma Semplice anche grazie al ruolo della rete che può favorire la partecipazione attiva dei cittadini, abilitare nuovi servizi, garantire maggiore trasparenza. L'Amministrazione ha il compito di garantire a tutti l'esercizio dei diritti di cittadinanza digitale: su questo abbiamo avviato i primi interventi e definito le linee strategiche di mandato.

PAOLO NESI - Università degli Studi di Firenze
Km4City: una soluzione aperta per erogare servizi Smart City

  

Paolo Nesi e' chair del DISIT Lab dell'Universita' degli Studi di Firenze, ed ordinario di sistemi di elaborazione. Ha coordinato svariati progetti di ricerca ed inovazione, della commissione europea, nazionali e regionali. Attualmente coordina Sii-Mobility MIUR Smart City nazionale mobilita' e trasporti, RESOLUTE H2020 sulla resilienza nelle infrastrutture critiche e dei sistemi di trasporto, mentre DISIT lab contribuisce in vari altri progetti su big data, smart city, smart cloud, industria 4.0.

Twitter Vigilance: Modelli e Strumenti per l’Analisi e lo Studio di Dati Social Media ed il Monitoraggio in Real Time

Le tecniche e gli strumenti di analisi dei Social Media stanno diventando sempre più importanti per la previsione di eventi e tendenze, per la diagnosi precoce tramite il monitoraggio sociale e l’uso degli utenti come sensori. In questo contesto, Twitter.com è uno dei canali più interessanti per la sua diffusione e le dinamiche di risposta veloce; Twitter viene tipicamente classificato come microblog con aspetti sociali: messaggi brevi collegati e relazioni fra gli utenti. Il numero di Tweet prodotti al giorno rientra nel dominio dei big data. Anche restringendo l’insieme dei Tweet a specifiche aree tematiche, spesso la complessità dei processi di acquisizione, gestione ed analisi dei dati in tempo reale per l’analista sono difficilmente gestibili con tecniche tradizionali. A questo riguardo, dall’Aprile 2015 DISIT lab ha attivato lo strumento Twitter Vigilance per permettere a ricercatori ed analisti di effettuare analisi e ricerche su dati derivati da Twitter riferiti ad aree tematiche diverse. In questi ultimi 12 mesi, tramite Twitter Vigilance sono state sviluppate moltissime analisi negli ambiti: ambiente e meteo, disastro ambientale e resilienza, farmacologia, servizi smart city, turismo, cultura, intrattenimento e TV, grandi eventi, etc. In questo articolo si presenta un sintesi della soluzione Twitter Vigilance, con i suoi strumenti, ed alcuni informazioni che possono essere utili per comprenderne i meccanismi

Km4City: una soluzione aperta per erogare servizi Smart City

Molte città, comuni, province, regioni stanno producendo un enorme quantità di dati aperti, a questi si aggiungono i dati meno aperti o privati di operatori di trasporto, telefonia, energia, commercio, turismo, beni culturali, educazione, ma anche quelli provenienti da sensori in città, da social media, meteo, ambiente, etc. Questa enorme quantità di dati crea delle opportunità per (i) tenere sotto controllo lo stato della città e dei suoi servizi, fornire informazioni a supporto delle decisioni, (ii) analizzare la città e la sua evoluzione per migliorare i servizi, aumentarne la sicurezza e la resilienza, (iii) produrre servizi e valore sul territorio. Le pubbliche amministrazioni stesse sono i primi consumatori di questi dati e sono interessate a poterli mettere a disposizione degli operatori in città che potrebbero utilizzarli per il loro business. Per raggiungere questi obiettivi vi sono dei problemi tecnici e infrastrutturali non banali da risolvere quali: (a) la scarsa o inesistente interoperabilità fra i dati, (b) le licenze di utilizzo dei dati, (c) la carenza di soluzioni tecnologiche aperte e a basso costo di attivazione e gestione per trasformare dati in servizi. E’ su questa base che ci siamo attivati per realizzare le soluzioni Km4City per le Smart City, http://www.km4city.org .

GIAMPAOLO SUSANNA - ISCOM
Organic Visible Light Communication

  

Gianpaolo Susanna nowadays is a research fellow at ISCOM (Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell'Informazione) laboratories within the collaborative program among the University of Rome, Tor Vergata and the Ministry of the Economic Development in Rome. Main activities concerns FSO (Free Space Optics) and VLC (Visible Light Communications) for indoor applications under the supervision of Prof. Andrea Reale; basically the work involves the construction and characterization of set-up and devices for the data-transmission and photo-detection of light respectively. He worked for 7 years in Prof. Aldo Di Carlo’s group at C.H.O.S.E. (Centre for Hybrid and Organic Solar Energy) in Rome, in Organic Photovoltaics field as a scholarship holder af first and than as a Ph.D. Student and Post Doctoral position; the work was focused on Polymer Bulk-Heterojunction Solar Cells (BHJ-SCs) and in particular, on the development of the spray-coating technique. He obtained the Master Degree in Electronic Engineering in 2009 at the University of Rome "Tor Vergata" and he received his PhD in 2013 from the same institute with the supervision of Prof. Yang Yang and Dr. Gang Li; he spent six months of research as a Visiting Scholar in U.C.L.A. (University of California, Los Angeles, USA) within the Ph.D. program.

Organic Visible Light Communication

Since the increment of internet final consumers for digital television, streaming, social networks, Internet-of-Things (IoTs), the demand of a secure and fast data transfer connection “any-where/time” requires new approaches. Visible Light Communication (VLC) is one of the most promising new wireless communication technology, thanks to the possibility of use environmental lights as data transfer channel in free-space. VLC offers unique benefits not present in radio communication, such as inherent security and license free operation. In this wide field, organic visible light communication (O-VLC) is rapidly gaining interest in the research community as a standalone technology in optical wireless communication, since organic light-emitting diodes and photonic devices possess fascinating characteristics, such as mechanical flexibility and extremely low cost solution-based processing. Such a technology is extremely interesting for application in network devices for “Smart City”.

DONATO PIROZZI - Dipartimento di Informatica, Università degli Studi di Salerno
Engagement of citizens through the co-creation of Open Data: the Prato Wi-Fi coverage extension Use Case

  

Donato Pirozzi ha ricevuto la laurea in Informatica (con lode) dall'Università degli Studi di Salerno nel 2010. Nel 2014 ha completato il dottorato di ricerca in Informatica occupandosi di "Teamwork Collaboration around Simulation Data" presso Fiat Chrysler Automobiles. Durante il periodo di dottorato ha visitato l'Università di Brighton (UK) lavorando con il prof. Andrew Fish nel campo dei tool di visualizzazione industriali. Attualmente, è PostDoc all'Università di Salerno per la realizzazione di una piattaforma sociale per open data nell'ambito del progetto europeo ROUTE-TO-PA Horizon 2020.

Engagement of citizens through the co-creation of Open Data: the Prato Wi-Fi coverage extension Use Case

Open Data (OD) are public available datasets published under an open source license, allowing everyone to freely use, modify, and share them for any purpose. Public institutions started to publish OD in digital formats. OD initiatives are in favour of transparency and aim to reduce the gap between citizens and public institutions. OD concerns transports, environment, economic, society and service, culture and heritage, and so on. Despite these commendable initiatives, open datasets remain in their repositories without any exploitation by citizens. Thus, effectively barriers in the use of open data exist; such as difficulties in accessing open data, incomplete and poor quality datasets, barriers in the understandability, and usability of datasets, which contribute to the common sense that Open Data are for experts. Our leading research question is how to foster and engage citizens in exploiting Open Data, overcoming some of these barriers. Idea is to engage citizens by enabling Data-Driven Discussions around visualisation of Open Data, allowing citizens to form or join existing on-line communities to discuss common issues (e.g., local policy, service delivery and regulation). Users can create, reuse, share, and comment visualisations of Open Data. Visualisations are a powerful tool, making easier to understand data, facilitating the identification of trends and their analysis. Indeed, visualisations are often better than thousands of words. Furthermore, groups of citizens can collaborate by co-creating new datasets, which can become public and re-used within public discussions. Citizens will create new datasets when they are not available on the existing portals or when the existing one is poor in quality or need to be extended.

10:30 - 11:00
 Coffee Break       

sessione 8: cloud computing e servizi innovativi  PRESIEDE: ENZO VALENTE, GARR

11:00 - 13:00
GIUSEPPE LO RE - Università degli Studi di Palermo
Uno Smart Campus per UniPA

  

Giuseppe Lo Re è Professore Associato del SSD ING-INF/05 presso il Dipartimento dell’Innovazione Industriale e Digitale dell’Università degli Studi di Palermo. È Coordinatore del corso di Laurea in Ingegneria Gestionale e Informatica, e tiene il corso di “Sicurezza dei Sistemi di Elaborazione delle Informazioni” per la Laurea Magistrale in Ingegneria Informatica. Dal novembre 2015 è Delegato del Rettore per i Servizi Informativi di Ateneo. La sua attività di ricerca riguarda le Reti di Calcolatori, l’Internet of Things e la Sicurezza Informatica.

Uno Smart Campus per UniPA

L’accesso pervasivo alla rete ha avviato una profonda trasformazione del tessuto sociale e culturale, incidendo profondamente anche sui processi di erogazione dei servizi della Pubblica Amministrazione. L’Università degli Studi di Palermo si inserisce in tale contesto, avendo recentemente intrapreso un percorso di innovazione che mira ad espandere i confini della didattica, della divulgazione del sapere scientifico, della creazione di nuova scienza e cultura, al fine di creare uno Smart Campus pronto ad accogliere gli studenti ormai “nativi digitali”.

FEDERICO ZANI - INFN
RMLab : Gestione Agile di un data center distribuito

  

Da quasi 15 anni mi occupo di sviluppo software e amministrazioni sistemi unix con una attenzione particolare ai sistemi distribuiti e alla loro scalabilità, la cui naturale evoluzione è verso tecnologie cloud. Negli ultimi anni mi sono appassionato all'approccio devops, in cui vengono meno le barriere fra chi scrive il software e di chi gestisce l'infrastruttura e dove le due figure spesso sono sovrapposte. Come staff INFN mi occupo sia di progetti di rilevanza nazionale che di gestire l'infrastruttura locale di Roma Tor Vergata, dando anche supporto allo sviluppo software.

RMLab : Gestione Agile di un data center distribuito

Il progetto RMLab nasce nel 2015 grazie alla collaborazione delle sezioni INFN di Roma Tor Vergata, Roma Tre e dei Laboratori Nazionali Di Frascati, con il supporto fondamentale del GARR per il networking. L’idea è nata dall’esigenza di voler creare un’infrastruttura distribuita che fornisse una piattaforma di Cloud Computing di tipo Iass basata su Openstack, mettendo in comune le competenze e le risorse di diverse sezioni.

GIUSEPPE ATTARDI - GARR
Reference Architecture for GARR Federated Cloud

  

Giuseppe Attardi è professore di Informatica presso l’Università degli Studi di Pisa. Laureato in Scienze dell’Informazione, partecipò allo sviluppo del primo sistema grafico a finestre del MIT. Ha contribuito alla realizzazione di Arianna, il primo motore di ricerca italiano e ha sviluppato tecniche di analisi linguistica di testi per la ricerca semantica e per la traduzione automatica. Attualmente è coordinatore del dipartimento CSD del GARR.

KEYNOTE SPEECH

VALERIO PAGLIARINO
LaserWAN, una tecnologia laser a basso costo per portare alta banda di rete in luoghi remoti o poco connessi

  

Valerio è nato nel 2000 (ha sedici anni e frequenta la terza liceo a Nizza Monferrato) e, oltre al primo premio del concorso Europeo per Giovani Scienziati ha vinto altri premi inerenti alla tecnologia e alla fisica (nazionali o di carattere locale). 

LaserWAN, una tecnologia laser a basso costo per portare alta banda di rete in luoghi remoti o poco connessi

LaserWAN is a revolutionary technology that uses the infrared rays emitted by specific lasers to convey a high-speed internet connection even to the most isolated places in the world, thus reducing the Digital Divide. LaserWAN is able to bring everywhere a 500Mbit/s Internet connection by mounting special transceivers on the top of high-voltage lines pillars which convey electricity from the power distributions plants in the vicinity of big cities (usually provided of optical fiber networks) to smaller villages. In this way, the Internet connection is conveyed on the power lines using laser beams that can replace an optical fiber, with the same signal quality and without needing expensive excavations. LaserWan is a green solution because laser beams do not emit any kind of EMC pollution.

CONCLUSIONI

GIUSEPPE ATTARDI - GARR

 

Giuseppe Attardi è professore di Informatica presso l’Università degli Studi di Pisa. Laureato in Scienze dell’Informazione, partecipò allo sviluppo del primo sistema grafico a finestre del MIT. Ha contribuito alla realizzazione di Arianna, il primo motore di ricerca italiano e ha sviluppato tecniche di analisi linguistica di testi per la ricerca semantica e per la traduzione automatica. Attualmente è coordinatore del dipartimento CSD del GARR.

13:00 - 14:00
 Lunch Break presso College House  Vai alla mappa per sapere dove      
14:00 - 15:00

SEMINARIO
The dark side of cyberworld
GIAN PIERO SIROLI - Università degli Studi di Bologna
Durata 50 min

  

Ricercatore al Dipartimento di Fisica e Astronomia, Università’ di Bologna, INFN e CERN, si occupa di fisica subnucleare ed in particolare degli aspetti di calcolo. Nel passato ha collaborato con il team al CERN che ha sviluppato le prime tecnologie del World Wide Web. In seguito, dal 1999 al 2008, ha insegnato "Tecnologie dell’informazione e sicurezza internazionale" presso l’Università di Pisa e ad anche "Computer and network security" all’Università di Bologna. Ha partecipato e contribuito a vari meeting e conferenze su cyber-warfare, anche presso la sede ONU di Ginevra, scrive articoli a livello nazionale ed internazionale e tiene regolarmente conferenze. Partecipa all’attività del Movimento Pugwash (insignito nel 1995 del premio Nobel per la pace) ed è co-coordinatore del Gruppo di Lavoro su “Disarmament, conflict resolution, and new weapons technology”.

The dark side of CyberWorld

The first part of the lecture is devoted to the description of the Stuxnet worm, the first cyber-weapon whose existence has been made public, discovered in 2010 and targeting a specific industrial control system; the worm is responsible for the damaging of many centrifuges at an uranium enrichment facility, with the goal of sabotaging Iran's nuclear program. In the second part, the main features of cyber-warfare in conflict and pre-conflict activities will be discussed and compared to the conventional warfare domains, with also a general view at the international political debate on this topic.

Seminario Prima parte

Seminario Seconda parte

Seminario Terza parte

Aula 0.01 Edificio D6
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SEMINARIO
Le nuove entità culturali digitali tra Intangible Cultural Heritage e Patrimonio Culturale Immateriale
NICOLA BARBUTI - Università degli Studi di Bari "Aldo Moro"

  

Già funzionario di biblioteca specializzato nel management delle collezioni storiche presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro fino al 2004, Nicola Barbuti è attualmente ricercatore universitario confermato in Archivistica, Bibliografia e Biblioteconomia presso il Dipartimento di Studi Umanistici (DiSUM) della medesima università.
È Coordinatore del Polo Apulian DiCultHer per la Ricerca e Formazione nel Digital Cultural Heritage, Arts and Humanities, nodo pugliese della Scuola a Rete Nazionale DiCultHer. Svolge attività di ricerca e docenza su: innovazione tecnologica e digitale applicata al cultural heritage, storia del libro antico, storia del libro e dell'editoria, storia della censura libraria, bibliologia.
È socio fondatore e collaboratore della Spin Off universitaria Digitalizzazione di Archivi, BIblioteche e MUSei – D.A.BI.MUS. S.r.l. specializzata nella produzione di beni e servizi digitali per la conservazione, valorizzazione e fruizione del cultural heritage. Ha al suo attivo il brevetto del sistema ICRPad per il riconoscimento intelligente e graphic matching di beni culturali documentali digitali.

Le nuove entità culturali digitali tra Intangible Cultural Heritage e Patrimonio Culturale Immateriale

Con la mozione Safeguarding and Enhancing Europe’s Intangible Cultural Heritage, sottoscritta e presentata il 22 Aprile 2016 all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa da ventitré suoi componenti su proposta del Sen. Paolo Corsini , si è avviato l’iter per una Risoluzione dell’Assemblea a sostegno di una strategia europea per la salvaguardia e valorizzazione della pluralità delle culture continentali. La mozione si è resa indispensabile al fine di rinnovare la definizione di Intangible Cultural Heritage articolata dall’UNESCO nel 2003, divenuta anacronistica in conseguenza dell’esplosione nell’ultimo decennio della comunicazione internet e della produzione di contenuti digitali, che, oltre ad ampliare a livello globale l’accessibilità alle entità culturali, hanno anche generato nuove forme di conoscenza e documentazione delle stesse, nonché produzione di nuove entità . A riguardo, l’Italia ha lanciato una consultazione pubblica attualmente in corso sia in modalità on line , sia attraverso momenti di approfondimento specifici in presenza, che si concluderà con la produzione di un Position Paper da portare in Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. In questo contributo si propone un’analisi del digitale nella sua dimensione di rinnovamento culturale della contemporaneità e delle componenti che lo qualificano come nuova entità culturale intangibile e immateriale.

Aula 1.06 Edificio D6
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