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Conferenza GARR 2019 - Connecting the future    

La Conferenza GARR 2019 - Connecting the future si terrà dal 4 al 6 giugno 2019 presso il Politecnico di Torino, Aula magna Giovanni Agnelli

Il video della Conferenza GARR 2019


Temi     

Temi    

Al centro della Conferenza GARR 2019 ci saranno le nuove sfide tecnologiche nella ricerca multidisciplinare: dalla cybersecurity all’intelligenza artificiale, dalla conservazione dei dati alla loro valorizzazione, dalla formazione alla scienza aperta.
Sono temi che appartengono alle varie comunità che compongono la rete GARR e che sempre più si mescolano e diventano trasversali.
La conferenza sarà quindi l’occasione per presentare esperienze di innovazione e spunti di riflessione per il mondo dell’università, della ricerca, della scuola, della sanità, dei beni culturali.

6 giugno 2019

Giuseppe Di Persio

Istituto Nazionale di Astrofisica
http://www.inaf.it/it

Convergenze Parallele: Un caso riuscito di contaminazione tecnologica tra ambienti scientifici diversi

Sono nato a Roma il 14/5/1964. 1983: diplomato in Elettronica Industriale. 1984-1988: collaboro con il CNR all’Istituto di Fisica dell’Atmosfera.Attività elettronica e informatica per sistemi acquisizione dati radiazioni. 1988: assunto al CNR al Servizio Attività Spaziali. Informatica gestionale e reti. 1991: passo all’Istituto di Astrofisica Spaziale. 2002: laurea in Informatica. 2003-oggi: confluito in INAF all’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali 2014-oggi: Per due anni Senior Scientist poi Computer Scientist nello Space Science data Center dell’Agenzia Spaziale Italiana. Mi sono occupato di informatica in diversi settori: gestionale, programmazione, acquisizione e analisi dati, progettazione e gestione di data center scientifici, sicurezza e reti. Ho lavorato nel team del satellite SAX e ora sono in AGILE e IXPE. Responsabile dei Sistemi Informatici dell’IAPS di Roma.

I was born in Rome on 5/14/1964. 1983: graduated in Industrial Electronics. 1984-1988: I collaborated with the CNR at the Institute of Atmospheric Physics. Electronic and IT activity for radiation data acquisition systems. 1988: hired by the CNR at the Space Activities Service. Management of computer science and networks. 1991: transferred to the Institute of Space Astrophysics. 2002: degree in Computer Science. 2003-today: merged into INAF at the Institute for Space Astrophysics and Planetology 2014-today: For two years Senior Scientist then Computer Scientist in the Space Science Data Center of the Italian Space Agency. I worked in computer science in different fields: management, programming, data acquisition and analysis, design and management of scientific data centers, security and networks. I worked in the SAX satellite team and now I'm in AGILE and IXPE. I am in charge of the IT Systems of IAPS in Rome.

SESSIONE 8. Conservazione e riuso dei dati digitali

Convergenze Parallele: Un caso riuscito di contaminazione tecnologica tra ambienti scientifici diversi

La digitalizzazione di documenti, archivi e biblioteche e la grande quantità di dati prodotti dai moderni strumenti scientifici rendono fondamentale definire procedure e sistemi finalizzati alla conservazione a lungo termine dei dati scientifici, fotografici o documentali. Fondamentale è definire un formato di salvataggio dei dati con caratteristiche di semplicità, robustezza, flessibilità, longevità e assenza di royalty o autorizzazioni all’uso. La comunità scientifica astronomica studiò il problema fin dagli anni 70, e dopo diversi studi nel 1981 nacque ufficialmente un nuovo formato di libero uso che possedeva molte delle caratteristiche richieste: il FITS ( Flexible Image Transport System). Questo formato è gestito dalla IAU (International Astronomical Union) tenendo ben presente il motto: “Once FITS, Always FITS”. Ogni cambiamento introdotto deve salvaguardare la compatibilità con quanto già prodotto. L'ultima versione è la 4.0 rilasciata a luglio 2016. Un file FITS è formato da due elementi distinti, che si possono ripetere più volte nello stesso file permettendo di memorizzare per esempio molte immagini nello stesso file. Il primo elemento (HEADER) è formato da testo ASCII, facilmente visualizzabile in ogni sistema operativo, mentre il secondo elemento (DATA) è composto da dati in formato binario che possono definire valori numerici o immagini. La prima parte contiene tutte le informazioni necessarie a leggere i dati contenuti nella seconda ed è possibile aggiungere facilmente molte informazioni e commenti al dato. FITS non solo è oggi usatissimo nell’ambiente spaziale ma è stato adottato anche dalla Biblioteca Apostolica Vaticana per la digitalizzazione della sua collezione di manoscritti antichi, la più importante al mondo. I test effettuati prima della sua adozione hanno portato alla nascita di una collaborazione, che continua tuttora, tra BAV, IAU, INAF e ESA, tutti impegnati a vario titolo nel tema della LTDP. C’è stato un interessante scambio di competenze, sono stati organizzati insieme convegni e seminari sul tema e sono in corso ricerche comuni nel settore dei Big Data tra BAV ed ESA. Inoltre, dal mondo delle grandi Biblioteche arrivano interessanti proposte che stanno suscitando l’interesse del mondo scientifico, come per esempio l’IIIF (International Image Interoperability Framework) che definisce un metodo standardizzato di descrizione e distribuzione delle immagini sul web.


Parallel Convergences: A successful case of technological contamination between different scientific environments

The digitization of documents, archives and libraries and the large amount of data produced by modern scientific instruments make it essential to define procedures and systems aimed at the long-term preservation of scientific, photographic or documentary data. It is fundamental to define a format for saving data with characteristics of simplicity, robustness, flexibility, longevity and the absence of royalties or authorizations for use. The scientific astronomical community has been studying the problem since the 70s, and after several studies in 1981 a new free-use format was officially born with many of the required features: the FITS (Flexible Image Transport System). This format is managed by the IAU (International Astronomical Union) keeping in mind the motto: "Once FITS, Always FITS". Every change introduced must safeguard compatibility with what has already been produced. The latest version is 4.0 released in July 2016. A FITS file is made of two distinct elements, which can be repeated several times in the same file, allowing for example to store many images in the same file. The first element (HEADER) is formed by ASCII text, easily viewable in every operating system, while the second element (DATA) is composed of data in binary format that can define numerical values or images. The first part contains all the information necessary to read the data contained in the second and it is possible add a lot of information and comments to the data. FITS is not only widely used today in the space environment but it was also adopted by the Vatican Library for the digitization of its collection of ancient manuscripts, the most important in the world. The tests carried out before its adoption led to the creation of a collaboration, which continues to this day, between BAV, IAU, INAF and ESA, all involved in various ways in the theme of LTDP. There was an interesting exchange of skills, conferences and seminars were organized together on the topic and common research is underway in the field of Big Data between BAV and ESA. Moreover, from the world of large libraries there are interesting proposals that are attracting the interest of the scientific world, such as the IIIF (International Image Interoperability Framework) which defines a standardized method of describing and distributing images on the web.

 

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